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In questa prima
personale romana dell’artista di lunga carriera
internazionale, saranno esposte una ventina di opere
eseguite dal 2000 fino ad oggi.
Cybèle Varela, che da sempre lavora con diversi media,
sviluppando la sua ricerca tra fotografia, video,
oggetti ed istallazioni, pone la pittura al centro del
suo linguaggio visuale. In questa mostra, ha scelto di
presentare soltanto dipinti, realizzati in acrilico su
tela.
Tramite l’utilizzo di immagini disparate, che derivano
dalla cultura Pop, Cybèle Varela crea un mondo onirico
dove la realtà prende forma nell’irrazionale, forgiando
una calma apparente che nasconde un’inquietante tensione
psicologica. Tra rappresentazione e ricostruzione del
reale, l’artista ci porta ad intravedere le diverse
espressioni di un mondo che sembra ordinato,
controllato, che sotto una certa tranquillità lascia
percepire il caos dei nostri tempi.
Utilizzando
una tecnica raffinata ed allo stesso tempo energica,
l’artista interroga la molteplicità delle immagini che
travolgono ogni giorno di più il nostro campo visivo,
fino ad operare la dissoluzione della nostra
personalità. Ritratti moltiplicati e sdoppiati come in
un gioco di specchi rinviano alle infinite faccette di
unico essere.
Nella serie di
otto tele intitolata “Dall’alba al tramonto”,
l’artista rivisita un tema a lei caro e che fu al centro
della sua ricerca negli anni 70 a Parigi, quello del
problema della rappresentazione del tempo, attraverso la
presenza dei raggi solare.
Con colori
luminosissimi e vibranti, le opere di Cybèle Varela
travolgono lo spettatore, progettandolo nel territorio
del impossibile che attraversa il nostro quotidiano.
La mostra
sara’ accompagnata da un catalogo, edito da Gangemi, con
testi di Bruno Mantura e Cybèle Varela.
CENNI BIOGRAFICI
Brasiliana di
nascita, Cybèle Varela è da ormai più di trent’anni
radicata in Europa. Inizia la sua carriera nell’onda del
“tropicalismo” a Rio de Janeiro. Nel 1968, dopo aver
ricevuto una borsa di studi del governo francese, si
trasferisce a Parigi dove il suo lavoro è molto
apprezzato dai critici, da Pierre Restany a Gérald
Gassiot-Talabot a Jean-Marie Dunoyer. Sviluppa una
ricerca intorno alla questione dell’ambiguità della
rappresentazione del reale, che si svolge tra pittura,
fotografie e video. Dopo aver vissuto per anni in
Svizzera, si è trasferita da poco a Roma.
Partecipa a
tre edizioni della Biennale di San Paolo del Brasile.
Espone in Brasile, Francia e Svizzera, oltre a Milano,
Berlino, Londra, Chicago o Buenos Aires.
Le sue opere
sono presenti in musei e collezioni pubbliche e private.
Citiamo tra gli altri il Centre Georges Pompidou di
Parigi, il Museu de Arte Assis-Chateaubriand e il Museu
de Arte Moderna di San Paolo del Brasile, il Art Museum
of the Americas di Washington DC, il Musée Cantonal des
Beaux-arts di Losanna, in Svizzera.
Recentemente
ha realizzato due importanti mostre al Museu Nacional de
Belas Artes di Rio de Janeiro e al Museu de Arte
Contemporanea di San Paolo del Brasile.
Arianna
Braga |