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Le circa 90 immagini esposte provengono per la maggior parte dall’Archivio Fotografico Comunale della città e dalla storica agenzia Magnum Photos e ripercorrono in modo eccelso un cammino storico che va dai primi scatti del 1850 circa ai giorni nostri, puntando l’obiettivo su un soggetto di incomparabile fascino e significato, quale appunto la Basilica di San Pietro.
Nel percorrere la mostra, si percepisce in modo chiaro, il suo duplice scopo ovvero quello di essere evento artistico ed al contempo preziosa testimonianza storica.
Il visitatore si rapporta infatti ad immagini di medie e grandi dimensioni che sono la riprova di un’evoluzione – nel tempo - di stili e di tecniche, partendo da scorci – d’impatto molto più vicini alle antiche incisioni - fino a scatti moderni legati alle più evolute tecnologie contemporanee, rivisitando dunque l’affascinante percorso del cosiddetto vedutismo fotografico.
Ma la mostra vuole andar oltre agli aspetti tecnici ed ai risultati moderni e - la ricorrenza - ne è la riprova.
Ne “ La Ciociara”, Moravia scrive:
“grigia sullo sfondo del cielo grigio, lontanissima, eppure chiara, la cupola di San Pietro.
Dio sa se avevo sperato durante tutto l'anno di rivedere, laggiù all'orizzonte, quella cara cupola, così piccola e al tempo stesso così grande…
…così solida benchè non più che un'ombra; così rassicurante perchè familiare e mille volte vista ed osservata. …”
Infatti a rendere unica la rassegna è senz’altro il soggetto.
Un borgo antico, riflesso di una società che ha ispirato poeti, artisti e letterati di tutto il mondo..
una Basilica che da sempre domina il profilo della città, caratterizzandolo e rendendolo unico all’occhio scrutatore, fornendo all’obiettivo fotografico un’infinità di possibili scorci, di distinte luminosità, di varietà di forme.
Un’ immagine questa, che da sempre cattura gli sguardi, che è ormai simbolo religioso e civile e che resta al tempo stesso testimonianza incomparabile di abilità architettoniche senza eguali.
“La fotografia è arte che ferma per sempre, la bellezza di un istante”
Irene Di Biagio
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