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dal 20.11.2007 al 20.03.2008
Capolavori della città proibita
Roma, Museo del corso

Qian Long e la sua Corte


Francesco Maria Emanuele, martedì 20 novembre 2007 ha aperto al pubblico un’importante mostra dal titolo Capolavori dalla Città Proibita. Qian Long e la sua Corte.

Oltre 300 capolavori mai visti in Italia provenienti da uno dei più maestosi, imponenti complessi museali al mondo, la Città Proibita, per raccontare la vita di corte e il fasto che la Cina conobbe sotto il regno dell’imperatore Qianlong (1711-1799), letteralmente regno della “Grandiosità Cosmica”, considerato l’apogeo politico e culturale dell’ultima dinastia regnante sul Paese di Mezzo (1644-1911).

La stirpe dell’imperatore Qianlong, dall’originaria Manciuria, aveva conquistato la Cina nel 1644. Occupando Pechino e assumendo il nome dinastico di Qing “purezza”, si era insediata nella celebre Città Proibita edificata dai Ming nel XV secolo. Con le campagne militari e i viaggi nelle regioni più lontane del grande sovrano, la Cina di Qianlong si estese a tal punto da diventare il secondo più vasto impero territoriale della storia con confini più ampi anche dell’attuale Repubblica Popolare, nonché il più popoloso. Assertore della sovranità come funzione e istituzione religiosa e universale, durante il suo regno Qianlong modificò, ampliò e abbellì anche la Città Proibita, la più ampia reggia della Terra con i suoi 9.000 tra saloni e stanze.

Promossa dalla Fondazione Roma – Museo del Corso – e organizzata da MondoMostre, la rassegna è curata da Gian Carlo Calza.

Le opere esposte, che rappresentano riti, cerimonie, ritratti ma anche scene di vita privata, rimandano l’eco di una realtà storica e filosofico-religiosa straordinaria. In mostra i visitatori potranno ammirare dipinti anche di dimensioni imponenti, come il Ritratto equestre dell’Imperatore Qianlong in armatura cerimoniale (377x119 cm), o lunghi fino a quasi 20 metri come i Tributari dell’Impero Qing e la Parata delle otto divisioni mancesi. Assieme ai dipinti saranno in mostra, armi, armature e utensili appartenuti all’imperatore e rappresentati nei dipinti stessi, oltre a ceramiche, abiti di corte, interi servizi in cloisonné, sigilli imperiali, una collezione di orologi da tavolo, giade e monili, oggetti e paramenti di culto: pezzi che in molti casi non hanno mai oltrepassato il confine cinese.

Molti gli oggetti legati alla personalità di Qianlong: il tavolo con arredi per la celebrazione del suo ottantesimo compleanno, l’imponente trono dorato e la sua armatura. Verrà ricostruito anche il suo studio privato, la celebre “Sala per la coltivazione dello spirito”. I visitatori potranno ammirare anche alcune opere realizzate dallo stesso imperatore, che non fu soltanto un brillante condottiero, ma un artista illuminato, pittore, poeta, musicista e calligrafo.

Tra i dipinti esposti, per la prima volta in Italia, capolavori del pittore Giuseppe Castiglione (1688-1766), artista italiano e gesuita ammesso alla corte dell’imperatore. Castiglione, ammirato in Cina come uno dei più importanti artisti di corte di tutti i tempi, svolse un ruolo fondamentale nell’insegnamento delle tecniche pittoriche occidentali, dell’uso del colore, della prospettiva e dell’anatomia umana. Assorbendo gusto e usi della civiltà cinese realizzò opere con una commistione di tecniche mai usate prima come L’imperatore Qianlong che spara a un cervo, il Ritratto del Principe Guo e soprattutto il già citato Ritratto equestre dell’Imperatore Qianlong in armatura da cerimonia, dove è raffigurato per la prima volta un imperatore a cavallo di grandi dimensioni (377x119 cm), soddisfacendo le ambizioni del giovane Qianlong che si riteneva imperatore universale di tutte le genti.

 Giuseppe Castiglione si trovava in Cina come missionario della Compagnia di Gesù, l’ordine religioso che ebbe ruoli di rilievo alla corte dei Qing nel campo delle arti visive, dell’architettura, delle scienze e dell’astronomia. Testimonianza concreta della grande apertura dell’imperatore verso le altre culture e religioni. Infatti, se il buddhismo offrì la cornice all’ambizioso progetto di un impero universale, il sincretismo religioso rispetto alle tradizioni locali, come il confucianesimo e il taoismo, e la tolleranza rispetto alle religioni straniere, come per il cristianesimo e per l’islam, furono gli ingredienti fondamentali del successo politico di Qianlong e del suo grande regno.

fonte: Comunicato Stampa


Informazioni:       Tel. 06 6786209 - www.museodelcorso.it

 

Orariotutti i giorni, escluso il lunedì, dalle 10.00 alle 19.00

Organizzazione:    MondoMostre

Ufficio stampa:     Antonella Fiori – MondoMostre

tel. 06 6893806 - cell. 334 3603625 – fax 06 68909671 - ufficiostampa.it

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