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Pittore e incisore figurativo, vive a Roma dove è nato nel 1943. Ha esposto in mostre personali, collettive ed estemporanee a Roma e in diverse città italiane ed estere. Tra le numerose partecipazioni ricordiamo Premio Bernini, Premio Acireale, Premio Ostia e per il Comune di Roma, la realizzazione dei Murales, per i quali ottenne premi e riconoscimenti. L'artista è presente nelle manifestazioni dei "Cento Pittori di via Margutta" e nel catalogo Bolaffi Arte ed è stato citato in recensioni e notizie su varie riviste e quotidiani.
"Nelle sue opere Giuseppe Mannoni rivela sempre una padronanza assoluta della materia: le sue superfici sono impeccabili, i pieni si succedono in modo estremamente ingegnoso; egli tende a liberare le forme dall'esterno piuttosto che crearle dall'interno. Penso che Mannoni agli inizi fosse alla ricerca di forme (intese come costruzioni architettoniche) che non avessero un rapporto diverso con l'immagine, ed è riuscito ad inserirsi nell'ambiente dei pittori fantastici, dopo aver definitvamente abbandonato l'immagine tradizionale, esprimendosi con costruzioni architettoniche sia di esterni che di interni, che egli associava per via surreale: l'atmosfera surreale che avvolge le sue opere è ricca di gamme cromatiche spesso tenui, per cui il magma fantastico agisce in modo positivo sulla situazione percettiva delle forme."
Italo Marucci
L’arte accresce la vitalità dell’uomo
di Giovanni Di Michele
In un pensiero di Giacomo Leopardi trovo l’essenza di quanto vorrei dire del personaggio e dell’artista Giuseppe Mannoni: “l’arte accresce la vitalità dell’uomo”. Conoscendo fin dalle origini il processo pittorico del Mannoni - ne posseggo un quadro di quando aveva 16 anni e poi altri cinque delle varie fasi della sua e mia vita - e studiando più a fondo il suo cammino di uomo e di pittore, ritengo ’idea di Leopardi sull’arte quanto mai adatta alla personalità del Mannoni. Infatti nella sua arte pittorica egli traduce tutta la vitalità della propria personalità, timida e riservata all’esterno, vivace, creativa e, oserei dire, vulcanica, nella profondità del suo essere. L’uomo interiore, saggio, riflessivo e discreto diventa, nella produzione artistica, quasi temerario, imprudente, esplosivo. Due nature, due personalità? Oppure una personalità che nell’azione traduce tutta la ricchezza della sua capacità contemplativa della vita, dell’amore, delle persone e delle cose? Chi conosce l’uomo, Pino per i familiari, sa di quante idee, di quanta fecondità di interessi e di attività è costellata tutta la sua vita di marito, di padre, di artigiano del libro, di costruttore - operaio in proprio, e quindi di artista. La sua personalità la si ritrova tutta e la si scopre forse appieno nella poliedricità della sua arte pittorica: pittura difficile da descrivere in parole, molto più facile studiarla e scoprirla in questa prima raccolta, davvero ricca, soprattutto per la diversità della produzione , che viene fuori prepotente da ogni quadro che qui si ha la possibilità di ammirare e contemplare nella sua completezza. La pittura del Mannoni non è monocorde: è variegata, diversa, anticonformista per certi accostamenti audaci. Passato, presente…ma anche futuro. Certa critica all’arsura e all’aridità del tempo che viviamo e soprattutto vivremo, è descritta magistralmente e drammaticamente in quadri apocalittici dove, alcuni personaggi, il vecchio ad esempio, ( oh, il tema del vecchio!) va incontro al vuoto umano, tra le ciminiere sbuffanti smog e vuoto esistenziale. Dalla laudabilis passio di certi nudi (femminili soprattutto) e clown umanissimi, l’artista esprime una grande passione per le realtà belle della vita, si passa a immagini in cui viene descritta la totale mancanza di humanitas in questa nostra società disumana, priva di ogni genere di vita interiore e relazionale: temi e messaggi di infinita valenza esistenziale. Nella pittura del nostro artista i segni hanno un valore determinato, di messaggio appunto, non esprimono il vago e l’indefinito. Piace al nostro pittore l’imitazione dell’uomo e delle sue passioni: oltre ai nudi femminili e maschili in genere, come si è detto, si contemplino i volti pensosi, scavati, affranti, sbigottiti, , sorpresi e spauriti dei più svariati personaggi; adolescenti, giovani, anziani e clown. Molti, moltissimi i pagliacci. Mi sono chiesto il perché: ho trovato una possibile risposta accostando il tema del clown a quello della maschera e dell’uomo solo, in questa società della tecnica che vede l’essere umano solamente come funzione, per poi abbandonarlo totalmente all’estraneazione, in città e fabbriche spettrali dove la persona è assente perché non esiste più. Il nichilismo della tecnica ha messo in gioco l’essere stesso dell’uomo e questi ha perso la sua battaglia. Nella società della tecnica l’uomo non trova più la sua individuazione. Questo dissolvimento dell’individuo il Mannoni lo descrive con una spettralità sconvolgente. Più ancora che omologato l’essere umano è annientato: in certi quadri il dramma è attinto appieno. Un capitolo a parte va dedicato alla mitologia, ricchissima anche qui di passioni e di bellezza classica, serena e nostalgica, in polemica forse con una civiltà della tecnica che lo spiccato spirito classico del nostro pittore non riesce a capire e ad accettare. Un altro tema è quello delle maschere che assumono un valore catartico: ossia lo sciogliersi di un ricordo represso, di una immagine nascosta, nel momento in cui ricordi e immagini diventano chiari al soggetto. Fissando qualsiasi delle sue immagini mascherate, o appena disvelate, il pittore indica come ritrovare un angolo di se stesso, del proprio mistero, del proprio essere, della propria inconscia e recondita identità. Ognuno ha una sua maschera: persino Dio è troppo spesso raffigurato dagli uomini religiosi, dai teologi in specie, con infinite maschere, le sìmia Dei, diceva Lutero, parlando delle scimiottature di Dio. Togliere la maschera da sé, da Dio, dagli altri: un’originale intuizione tematica ed un aspetto della nostra personalità che ci riguarda e che, in qualche modo, ci inquieta. La ricerca di sé, della propria identità profonda, è un compito, psicologico ed esistenziale, che impegna la vita di ciascuno. Un altro aspetto essenziale nella produzione artistica che stiamo esaminando è la pittura vedutista, genere pittorico ritenuto secondario da alcuni , nella storia dell’arte, ma che, sulla scia dei grandi vedutisti del settecento, Canaletto, Bellotto, Guardi e altri, è da considerarsi arte pura, arte vera. Nel settecento era di moda possedere vedute di città che rappresentassero con fedeltà i monumenti e gli aspetti più piacevoli della vita urbana. In questo genere figurativo, come alcuni pittori veneziani ricordati, Mannoni è un fine ricercatore.
Non solo gli aspetti piacevoli dell’esistere, ma anche i più drammatici risvolti della vita, come le rovine e le figure umane, problematiche e angosciose, inserite in questo contesto figurativo, sono un arricchimento personale e originale all’arte vedutista in cui il Mannoni è, a mio avviso, in questo nostro tempo, un significativo esponente.
Menzionato da Artisti, Critici, Collezionisti e Quotidiani Bolaffi, Guida Arte Nuova, Top Artes, Catalogo Nazionale Dell’Arte Contemporanea, Quadri e Sculture, Guida Arte Nuova.
Tra le manifestazioni di rilievo vanno ricordate: Mostre personali riconoscimenti collettive e estemporanee. 1977- Comune di Roma-Murales P.Morgana 1979- Comune di Civitavecchia Murales 1979- Palazzo Braschi-Premio Bernini 1981- Biennale int. D’Arte- Premio Ostia 1982- Acireale Premio Occhio di Bue 1983- Artelefantasi- Premio Arte Roma 1985- Trevignano- Estemporanea 1985- Roma Galleria 75. Personale 1986- Ceri Estemporanea 1987- Bracciano Estemporanea 1988- Roma- Galleria “Il Leone”Personale 1989- Studio Via Casal S. Angelo Personale 1989- Roma Sala Mostre “Dea Roma” Personale 1990- Calcata Viterbo Cento pittori via Margutta 1993- Poggio Bustone Collettiva 1994- Roma Galleria “Il Leone”Personale 1995- Cesano Roma Chiesa S. Nicola Personale 1996- Cesano Roma. Auditorium S. Nicola Personale 1999- Roma Sala Mostre Ambasciata Egiziana 2000- Studio Via Casal S.Angelo Personale 2002- Roma Sala Mostre Ambasciata Egiziana Personale 2003- Roma Palazzo Valentini Cento Pittori Via Margutta 2004- Egitto Alessandria Esposizione 2004- Egitto Il Cairo Esposizione 2004- Roma Sala Mostre L’Agostiniana
Tra i vari impegni Artistici:
Partecipazione annuale al premio Roma dal 1999
Presenza annuale come socio promotore dei cento pittori di Via Margutta
Quadri in permanenza, Galleria “La Bitta”, Via Bari, 20 Roma |