|
|
Gioacchino Schembri, nato in Sicilia in provincia di Agrigento, si trasferisce a Roma per frequentare la Facoltà di Ingegneria all’Università degli Studi di Roma.
Laureatosi in Ingegneria Meccanica, ha lavorato presso importanti Aziende multinazionali americane nel Lazio.
Approdato in provincia di Milano per motivi di lavoro, frequenta nel tempo libero un corso di pittura ad olio, un bisogno che avvertiva sin da ragazzo, quando, da autodidatta, si dilettava a dipingere la campagna della sua terra.
In seguito, si iscrive ad una Scuola d’Arte e dopo un breve periodo in cui paesaggi e nature morte sono i soggetti preferiti, l’informale prende prepotentemente corpo nelle sue opere. Già nei titoli delle sue opere c’è l’evidenza di questa porta sul mondo pittorico espressivo-informale: “NAUFRAGIO DELLA PASSIONE“, “LACERAZIONE, “NEI MEANDRI DELLA MENTE”.
Un mondo equilibrato nei colori azzurri, gialli, rossi, che danno armonia alla sua ricerca vissuta fuori dai comuni schemi e sublimata da ogni materialità.
Ha partecipato a diverse mostre collettive ricevendo consensi ed apprezzamenti: - Menzione speciale al 29° Premio di Martinsicuro - Segnalazione al XXXVII Premio Nazionale di Pittura “ Pomero “ di Rho - Gran Trofeo del Presidente al 1° Concorso di Pittura “ S.P. Cassata “ di Rho
Nel 2007 ha tenuto una personale presso “ Lo Spazio Arte - Scala Albini “, all’interno della Rinascente di Roma curata dalla Galleria Latina.
Diverse sue opere si trovano presso collezionisti privati.
Vive tra Roma e Milano.
Note critiche
Il concetto freudiano che la vita è un continuo sogno e che i sogni sono la proiezione della vita, trova la perfetta sintesi nell’opera artistica di Gioacchino Schembri.
Il linguaggio “ non per tutti “ ma “ di tutti “, che traspare dalle composizioni fortemente cromatiche di questo interprete del nostro subconscio, esplode nella visualità dell’anima di colui che guarda l’opera e che dall’opera si sente attratto e ghermito. “ Non per tutti “ è il linguaggio di Schembri, perché di linguaggio elitario si tratta, cioè destinato a tutti ma non da tutti raccolto.
Un linguaggio filtrato sempre dall’anima e mai lasciato al caso, un linguaggio colto e determinato dall’esperienza di vita dell’autore che mai confonde l’essere con l’apparire, il sogno con la realtà. I diversi piani dell’esistenza di un individuo, trovano realizzazione nell’opera di G.Schembri attraverso le campiture di colore dei suoi dipinti, attraverso la mescolanza dei materiali impiegati nella realizzazione delle sue opere quali la foglia d’oro, la juta, gli smalti, la carta. Un mescolio come i tumulti della nostra anima, l’avvicendarsi dei nostri sentimenti, l’unione del razionale all’irrazionale.
Il mondo di Schembri è indubbiamente raffinato, ma mai indulgente. L’artista ricerca se stesso in ogni opera, riflettendo in essa il suo vissuto e ciò che da esso sembra attendersi nel suo futuro: una sintesi di esperienza e continua speranza, il tutto condito da una esaltante volontà di vivere che si manifesta in un continuo rincorrersi di colori e visioni oniriche di ciò che potrebbe accadere, ma che non si sa con certezza se effettivamente accadrà. Il monocromatismo di “ Warriors “, steso su un debole supporto quale la carta velina, è testimone dell’assurda bestialità della guerra tra gli uomini e dell’ineluttabile contrasto tra la brutalità del colore e la fragilità della vita.
Le opere di Gioacchino Schembri non contemplano figure, ma come i sogni sono immagini riflesse dell’anima.
Giampiero Momi |