|
|
Nasce ad Abano Terme nel 1947. Frequenta il liceo artistico e l’Accademia di Belle Arti a Venezia. Nel 1973 si trasferisce a Roma ove si dedica all’insegnamento dell’educazione artistica nella scuola media. Per i suoi studenti organizza e gestisce numerosi laboratori di pittura, serigrafia, ceramica, mosaico e vetro.
Lascia la scuola nel 2007 per dedicarsi unicamente all’attività artistica.
Utilizza nelle sue opere più materiali, riuscendo ad interpretare con sensibilità il dinamismo e la potenza vitale in essi racchiusi. Da alcuni anni si dedica in particolare alla realizzazione di vetrate, con tecnica classica e plexiglass, opere in bronzo e vetrofusione.
CRITICA:
Rodolfo Fincato potrebbe essere definito pittore nel senso più autentico del termine, benché, tecnicamente, non utilizzi né pennelli né tavolozza. La sua è, difatti, una ricerca prima di tutto formale, quindi cromatica, volta a scandagliare le infinite possibilità della visione e del potere vivificante della luce sulla materia. La linea su cui si può inserire il suo percorso artistico è dunque (sebbene questo possa a prima vista apparire paradossale) lo stesso dei grandi sperimentatori della luce: da Seurat, Previati e Segantini; fino, naturalmente, ai futuristi, giganti finora insuperati nella ridefinizione dell’immagine (e del mondo, o per meglio dire dell’universo tutto) a partire dalla “plasmazione dell’atmosfera” (così nei loro manifesti), e nel gioco cangiante dei rapporti tra materia, luce e movimento. Il lavoro di Fincato è infatti, come quello dei suoi predecessori futuristi, volutamente legato, simbolicamente, prima ancora che intellettualmente, al concetto di arte come metafora stessa della vita nel suo stato originario, prima ancora e a prescindere dai suoi caratteri strettamente umani. L’autore stesso parla, non a caso, di un lavoro “ritagliato nell’Universo”, rimandando la sua ricerca metaforica e dinamica di scomposizione della luce e della materia al moto cangiante del movimento dei pianeti, delle particelle infinitesimali di cui è composto il creato, e dell’universo stesso come forma primigenia nella quale si sviluppa e ha origine la vita così come noi la conosciamo. Ecco allora che le forme geometricamente variabili e mutevoli di Rodolfo Fincato all’interno delle sue rigorose strutture in plexiglass diventano esse stesse un’occasione di riflessione, formalmente quanto tecnicamente innovativa e feconda, sul rapporto altrettanto mutevole tra composizione e colore, tra ordine e caos, tra organico e inorganico, tra luce e ombra, ma anche un complesso gioco di riflessi e di rimandi intellettuali e culturali tra la struttura dell’arte e quella della scienza, tra il moto dei pianeti e quello della forma dello spazio, tra la ricerca filosofica e spirituale che riguarda l’origine della materia e il senso stesso del nostro fare arte e creare bellezza imitando, e in certi casi sfidando, le leggi e le forme della natura. Il cosmo, con la sua seducente armonia cui i filosofi, da Pitagora in avanti, si sono sempre ispirati traendone insegnamenti e modelli formali e di pensiero per la vita terrena, sembra dunque essere il suo modello, conscio o inconscio, il suo archetipo: il cosmo come luogo per eccellenza dove l’armonia regna sovrana, pur all’interno di un’apparente caoticità di elementi liberi e dinamici, che comprende al suo interno, coi suoi sconvolgimenti, mutamenti e accidenti, il suo continuo alternare e compenetrare l’ordine col caos, l’eternità e l’immediatezza, l’immutabilità e il dinamismo, già tutto ciò che conosciamo, o dovremmo conoscere, della vita sulla terra.
Vittorio Sgarbi (Platinum Collection 2019)
Rodolfo Fincato, padovano di origini ma romano di adozione, è attivo da molti anni nel campo dell’arte. Ha sperimentato diverse modalità espressive, passando dalla pittura alla serigrafia, dalla fotografia al vetro. L’artista ha trovato nel vetro e nel plexiglas i materiali più appropriati per esprimere la sua poetica. Fincato compone delicate coreografie rifrangenti, giustapponendo forme dinamicamente frammentate in tacche di colore all’interno di una sostanza trasparente e ariosa. Prendono così vita composizioni plastiche e pittoriche caratterizzate da intermittenze materiche e cromatiche. Nel lavoro “I figli del deserto”, che è di forte impatto emotivo, chi guarda si trova coinvolto in un labirintico percorso visivo attraverso i contrasti dinamici dei colori e delle forme, nei quali si rivela lo stato d’animo e la dimensione spirituale dell’artista. Sono schegge di emozioni che si rincorrono, prefigurando un’astrazione geometrica composta da frammenti che brillano di luce propria, e che si dispongono in una danza caleidoscopica. Rodolfo Fincato è uno sperimentatore puro; realizza le sue opere in chiave poetica e suggestiva. La scelta dei materiali è chiaramente frutto di una riflessione sull’universo che ci circonda, dove ogni cosa è coinvolta in un moto ciclico, rincorrendosi in un armonioso moto perpetuo. Egli sembra voler interpretare, tramite l’uso sapiente di materiali luminosi, fragili e puri, una realtà precaria, una sorta di metafora dell’instabilità, della leggerezza, eppure densa di fermenti vitali. Esprime quindi un’idea di bellezza salvifica, capace di espandersi e di innalzarsi, rispetto all’immanenza del reale, in un altrove metafisico, ordinato da leggi cosmiche e da una volontà creatrice, di cui si può cogliere solo un pallido riflesso nello specchio segreto dell’anima. (Paolo Levi – “Luci e Ombre” - 2012)
L’ assetto strutturale relativo alla fonte da cui trova ispirazione la tematica dell’artista Rodolfo Fincato pone il soggetto a confronto della ragione, a seguito della quale il reattivo moto della metamorfosi, parzialmente celato dall’immagine creativa che trova riscontro alle innumerevoli descrizioni figurative degli elementi nonché del tempo ad essi connesso, modera la visione del riordino cognitivo con attenzione verso quelle ideologiche risposte che sentenziano il legame cielo, terra, acqua e aria. Una risposta alla contemplazione del creato e del continuo evolversi mostra una nota armonica nelle definizioni stilistiche del maestro Rodolfo Fincato e condiziona i meravigliosi aspetti adombrati, che riflettono nella struttura interna dell’artista, al fine di porre in evidenza la storicità della mimesi, il condizionamento emotivo dovuto alla favorevole metamorfosi del colore in relazione con gli elementi chiave consoni a favorire una libera e innovativa risposta espressiva, propria della matura concezione esecutiva, calibrata nell’appressamento cromatico, grazie al quale, una sorta di riflessione sulla luminosità contribuisce nell’affermare la realizzazione del metodo verso l’ampiezza dello spazio in relazione ai fattori simbolo dell’imitazione. (Cav. Flavio De Gregorio – volume “Raccolta d’Autore”, 2011)
Si sa: il pericolo del nuovo è spesso quello della citazione a cui sono esposti molti artisti. Rodolfo Fincato ha seguito invece il proprio progetto; e se ha messo da parte non di rado, come si vede ben frequente nel suo ordinatissimo atelier, il libro mastro della ortogonia, l’ha fatto a ragion veduta, sapendo di andare incontro ad una fuoriuscita dai sacri canoni del fare arte colla materia tradizionale e con le mani o col metallo fuso. E perché l’azione mentale (molto più complessa di quella manufattuale) più evidente è – ancorché involontario – il “rifiuto del padre”, anche solo a livello psicologico, ove per questa rinuncia s’intende continuare sulla strada della tradizione. Nei tre temi fondamentali del suo discorso plastico: i simbolismi, la struttura e l’astrazione. Fincato affronta con asciuttezza, senza infingimenti culturalistici, il problema dell’unicità, della rescissione del cordone ombelicale con il retaggio del rapporto con le esperienze pregresse proprie e degli altri, vissute o attraversate nel periodo della discenza e perché no, della docenza, e cerca di aprire un discorso intorno alla strutturalità, cioè della materia, cioè della tecnica, ponendosi l’interrogativo – tipicamente linguistico e fisiologico – della unicità, non tanto sul che cosa fare ma sul con che cosa. I suoi “parallelepipedi” non sono un inventario di tutto il caos del mondo, i suoi mosaici i suoi vetri sono la storia entropica degli oggetti del mondo. Donat Conenna (22 ottobre 2011 – Premio Ambiente Special – Teano)
MOSTRE PIU' IMPORTANTI
- 2017-2018 LIFE ART GALLERY (permanente Life Investment) - Gen. 2018 - PORDENONE (Life Art) - Dic. 2017 - MIAMI (Mecenavie - Paris) - Nov. 2017 – PADOVA (ArtePadova) - Ott. 2017 – VENEZIA (Biennale-Pad.Guatemala-Start Italia) - Ott. 2017 – PARIGI (ArtShopping-Autonne -Mecenavie) - Set. 2017 – BARI (Casa d’Aste Federico II) - Lug. 2017 – PARIGI (Gall. Thuillier – Mecenavie) - Giu. 2017 – PARIGI (ArtShopping-Printemps – Mecenavie) - Giu. 2017 – CAERANO S.MARCO (Villa Benzi-Incontri d’arte) - Mag.2017 – VENEZIA (Galleria 2432-Platinum Collection) - Mag. 2017 – BARCELLONA (II^ Biennale-EA Palermo) - Apr. 2017 – NEW YORK (ArteExpo-Mecenavie) - Mar-Apr 2017 – ROMA (Vittoriano-3^ Triennale) - Nov-Dic 2016 –STUTTGART (Rathaus-Ist.Cult.Italiano) - Giu. 2015 – MILANO (AxpoArte Milano-Fabbrica Pensante) - Giu. 2014 – ROMA (Facoltà Ing.-2^ Triennale) - Feb. 2014 – VERONA (1^ Biennale Creatività) - Giu. 2013 – FIRENZE (Museo Bellini-Cassiopea Roma) - Gen. 2013 – PALERMO (Loggiato S.Bart.-1^ Biennale) - Feb. 2013 – GENOVA (Immagine Colore) - Nov.2012 – PADOVA ( ArtePadova) - Giu-Lug 2012 – UTRECTH (Galleria Grachten) - Giu. 2012 – BARI (Sala Murat – Anniv. Arma Carabinieri) - Mag. 2012 – CAERANO S.MARCO (Villa Benzi – Incontri d’rte) - Mar. 2012 – PIACENZA (Gall. Laspadarina) - Feb. 2012 – GENOVA (ArteGenova) - Gen. 2012 – ROMA (Sale Bramante – 9^ Biennale) - Dic. 2011 – ROMA (Wide Work Art Studio) - Nov.2011 – PADOVA (ArtePadova) - Set. 2011 – ROMA (Galleria Cassiopea) - Set.2011 –LUCCA (Gall. Gio’ Art) - Set.2011 – ROMA (Dioscuri Quirinale) - Lug.2011 – BRUXELLES (Gall. Amart Louise) - Lug. 2011 – ROMA (Via Margutta-Apollineo e Afrodisiaco) - Giu. 2011 – ATENE (Gall. Argò) - Giu. 2011 – VENEZIA (Molino Stuky) - Giu. 2011 – PRAGA (Gall. Brehova) - Apr. 2011 – TORINO (Villa Gualino) - Mar.2011 – ROMA (Galleria Angelica) - Mag. 2011 – PARIGI (Gall. Thuillier) - Mar.-Mag 2011 ROMA – Gall. S.Agata e altre - Feb. 2011 – FIRENZE (Museo Casa di Dante) - Nov. 2011 ROMA (Personale – Galleria S.Agata) - Dic. 2010 – BOLOGNA – (Officine Minganti) - Dic. 2010 – ROMA – (Dioscuri-Cassiopea) - 2009-2010 – ROMA (Galleria S.Agata – Varie) - Apr. 2099 – VICENZA (Koiné-Arte Culto) |