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Mercoledì 17 giugno alle 18:00 presso gli spazi espositivi dell’Ex-GIL di Trastevere s’inaugura un’esposizione fotografica dedicata all’habitat rupestre della terra turca di Cappadocia e di Vallerano, un angolo della Tuscia viterbese.
L’evento è stato realizzato dall’Università della Tuscia e promosso dall’Assessorato all’Ambiente della Regione Lazio, con la partecipazione dell’Assessorato alla Cultura della Regione Lazio e del Ministero della Cultura e del Turismo della Repubblica di Turchia.
L’Università della Tuscia, e in particolare il gruppo di ricerca condotto da Maria Andaloro, ha avviato quattro anni fa un progetto di studio incentrato sulla documentazione e valorizzazione di un ampio nucleo di chiese rupestri della Cappadocia, regione situata nel cuore della penisola anatomica e, in Turchia, seconda solo alla città di Istanbul per notorietà e numero di visitatori.
Ad
attirare l’attenzione degli
studiosi non sono state
unicamente le chiese
rupestri, ma anche lo
scenario naturale unico al
mondo che caratterizza
questa regione. Attraverso
più di 140 fotografie, si
potrà ammirare e osservare
con estrema cura un
paesaggio fiabesco fatto di
labirinti di coni e calanche
color zafferano. Il
visitatore verrà condotto
nel luogo magico dei "camini
delle fate", cosi sono
chiamate le strane rocce a
forma di fungo che solcano i
paesaggi di questa regione
mistica d’Oriente, e che per
secoli sono state utilizzate
come abitazioni, depositi e
luoghi di culto per le
popolazioni cristiane e poi
turche che le abitarono.
Queste rocce, generate
dall’intensa attività
vulcanica e la cui
straordinaria conformazione
è stata causata
dall’erosione del vento e
delle acque, con il calar
del sole riflettono
un’intensa luce color fuoco
che lascio lo spettatore
inerme.
La mostra
è suddivisa in due
macrosezioni, la prima data
attraverso l’esposizione di
fotografie, la seconda
attraverso una proiezione di
immagini a ciclo continuo.
La prima sezione, denominata
“Roccia e pittura”, ha come
obiettivo primario quello di
mostrare la bellezza e la
varietà del rapporto che
roccia e pittura
stabiliscono in Cappadocia e
nella Tuscia viterbese. Le
fotografie esposte sono di
Gaetano Alfano, Rodolfo
Fiorenza, Domenico Ventura e
Murat Gulyaz, che da sempre
fanno parte del gruppo di
ricerca dell’Università
della Tuscia. Attraverso le
loro fotografie è stato
possibile mostrare sia il
volto incomparabile e
immaginifico delle chiese
rupestri della Cappadocia,
sia la loro diversità visiva
con l’ambiente rupestre
della Tuscia viterbese, in
particolare modo con la
località di Vallerano e la
sua chiesa del Salvatore. La
seconda sezione, dedicata
allo “Sguardo del Novecento
sulla Cappadocia”,
ripercorre attraverso alcune
selezionate e importanti
testimonianze la storia
fotografica della Cappadocia.
La sezione si apre con le
riprese effettuate dal
gesuita Guillaume de
Jerphanion, che effettuò il
suo primo viaggio
documentaristico nella
regione turca nel 1907, per
poi ritornarci tra il 1911
ed il 1912 e catturare con
maggiore attenzione
scientifica il segreto dei
dipinti bizantini ritrovati
all’interno delle chiese
rupestri.
Seguono le fotografie
scattate dalla rivista
National Geographic nel
1919, anno in cui per la
prima volta la regione
turca, con le sue valli ed
il suo
habitat,
veniva svelata agli occhi
dei lettori europei e
americani, e quelle che un
testimone d’eccezione,
il fotografo Mario Tursi,
scattò nel 1969 sul set del
film “Medea” di Pier Paolo
Pasolini, che ebbe Maria
Callas nel ruolo di
protagonista. La regione
turca venne scelta dal
regista perché le sue terre
arcaiche si intonavano
perfettamente con la
preistoria della Colchide,
terra natale dell’intrigante
Medea.
Un appuntamento
irrinunciabile sarà pertanto
la proiezione del film di
Pasolini, accompagnata dalla
lettura delle poesie che lo
stesso regista scrisse
durante le settimane di
riprese in Cappadocia.
Seminari e conferenze di
specialisti introdurranno
inoltre temi relativi alla
civiltà rupestre in
Cappadocia e nella Tuscia
viterbese.
Le iniziative si svolgeranno
presso lo stesso spazio
EX-GIL
martedì 23 giugno e giovedì
25 giugno dalle 18:00 alle
21:00.
L’esposizione sarà aperta
fino a Venerdi 3 luglio 2009.