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per
la prima volta vengono portate alla ribalta le vicende
artistiche romane nel Settecento.
La mostra è un percorso che spiega il graduale passaggio
dalla cultura tardobarocca alla cultura della modernità,
seguendo un ordine cronologico vengono toccate alcune
tematiche significative e esemplari di tale passaggio di
cultura. La prima sezione dedicata ai Ritratti, presenta
quelli che erano i personaggi protagonisti della vita
cittadina romana, dai Principi Orsini ai coniugi Francesco e
Teresa Caetani. La seconda sezione è dedicata alle Vedute e
disegni di architettura della città, che mette in risalto i
luoghi più frequentati e famosi attraverso le opere di Pannini
e Locatelli, e anche quelli non più esistenti come lo
scomparso porto di Ripetta dipinto da Van Lint e sottolinea
anche il fervore edilizio attraverso i disegni di importanti
opere di edilizia pubblica realizzate nel cosro del secolo,
come la scalinata di Piazza di Spagna, il porto di Ripetta, la
facciata di san Giovanni in Laterano o la risistemazione di
Piazza del Popolo.
Le
successive sezioni si susseguono in ordine cronologico e
tematico, e vengono presentate in due macro aree: Roma città
moderna: il primato delle arti e delle idee 1700-1758 e Roma
cosmopolita crocevia d’Europa: l’antico come modello
internazionale 1758-1800.
Nel presentare la prima metà del secolo (1700-1758) si
toccano temi come la nascita dell’Arcadia nel 1690 fautrice di
un ritorno alla norma e alla moderazione rispetto alle
esuberanze del tardo barocco e che trova espressione nella
pittura con artisti come Maratti, Chiari, Luti e Trevisani; il
diffondersi del gusto francese grazie all’istituzione
dell’Accademia di Francia nel 1752; il gusto per l’esotismo e
per le feste cittadine, sia pubbliche che private; nonché
l’importante passaggio dalla collezione privata alla nascita
del museo moderno.
La seconda
metà del secolo (1758-1800) si caratterizza per l’affermarsi
di un gusto per l’antico con il cenacolo di Villa Albani e
personaggi del calibro di Winckelmann, Mengs e Piranesi; per
l’affermarsi di soggetti del mondo classico portatori di
valori morali; per una sempre maggiore attenzione che Roma e
le sue antichità esercitano sugli artisti stranieri; ma anche
per una maggiore consapevolezza che gli artisti hanno di sé e
del proprio ruolo sociale.
Sicuramente il visitatore resterà soddisfatto per l’enorme
quantità di pezzi esposti, ma anche per la varietà: si va dai
dipinti ai trattati, ai disegni di architettura ai vestiti
delle dame dell’epoca agli oggetti d’arredamento. Una mostra
sicuramente da non perdere.
Francesca Santinelli
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