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dal 19 maggio al 14 giugno 2007
Tesori alla luce. Opere dai musei al San Michele

Roma, Complesso Monumentale di San Michele, Sala delle Navi

 

In occasione della IX settimana della cultura, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali promuove un percorso espositivo rivolto alla conoscenza, alla salvaguardia e al potenziamento del patrimonio storico artistico nazionale.


..  La Direzione Generale per il patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico ha individuato alcuni obiettivi importanti: l’incremento della catalogazione informatizzata dei beni da parte degli uffici periferici, la gestione automatizzata dei depositi museali e, di conseguenza, la vantaggiosa ricaduta per l’aggiornamento degli inventari, la gestione e la movimentazione dei beni, la didattica e la divulgazione tramite l’organizzazione di esposizioni, con rotazione interna o esterna delle opere, oltre che con prestiti e scambi. Tutte operazioni fondamentali per raggiungere l’obiettivo finale di valorizzare un settore del patrimonio culturale italiano ancora scarsamente indagato.

In tale contesto, nell’ambito del progetto di catalogazione dei beni mobili, conservati all’interno dei depositi dei musei statali, avviato nel 2006 e diretto a far affiorare questo settore estremamente ricco ma sottovalutato, nasce la mostra Tesori alla luce. Opere dai musei al San Michele, con l’obiettivo di svelare al pubblico alcune delle meraviglie conservate nei depositi museali.
Tali meraviglie si possono ammirare con ingresso gratuito, dal 19 maggio al 14 giugno 2007, nella Sala delle Navi all’interno del Complesso Monumentale di San Michele a Ripa.
Lo splendido edificio storico, oggi sede di Uffici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, apre con questa mostra al pubblico, qualificandosi come nuovo contenitore artistico e neonato centro di interesse culturale a Roma. Sono previste inoltre visite guidate su prenotazione per ammirare, non solo la Sala della Navi che ospita la mostra, ma anche gli altri magnifici spazi del Complesso aperti eccezionalmente in questa occasione.

Dopo avere esplorato una consistente realtà del panorama museologico e museografico, sono state riportate “alla luce” opere che, seppure inventariate e note sotto il profilo patrimoniale e pur godendo di profondità culturale e di spessore economico, risultano scarsamente valorizzate e del tutto sconosciute.
La mostra consente dunque di ammirare le opere ma mira altresì a far conoscere la realtà dei depositi.
Connessi solidamente con il territorio con cui mantengono un profondo legame, i depositi sono infatti uno degli elementi vitali delle strutture museali; ne racchiudono la “memoria” storica, lo sviluppo (in chiave di gestione e interpretazione delle collezioni) e la valorizzazione. Realtà sommerse dense e di elevata qualità espressiva che necessitano di un’adeguata attenzione.

L’esposizione si articola come un viaggio alla scoperta di manufatti che esaltano il lustro e le qualità del patrimonio artistico italiano e si compone di opere conservate all’interno dei depositi, selezionate secondo criteri di ricchezza tipologica (abiti, oreficerie, manifesti cinematografici), di interesse storico e formativo, di manufatti che posseggono un’energica carica attrattiva volta a suscitare e stimolare l’interesse e la curiosità del pubblico.

Il percorso espositivo si snoda attraverso una serie di tappe che toccano diverse città, mettendo così a confronto realtà distanti. Il modello territoriale, Lo spazio negato, L’inventario quale paradigma, “Altri” depositi, Frammenti dal passato, Lavori in corso e Il deposito obbligato, sono titoli guida che offrono al fruitore una chiave interpretativa.


Tra le opere esposte, la mostra consente di apprezzare due dipinti di Tintoretto raffiguranti San Pietro e San Paolo con i loro attributi convenzionali, le chiavi e la spada, intenti in un dibattito sull’interpretazione di un passo biblico. E inoltre un’opera di Tiepolo dal titolo L’istituzione dell’Eucarestia, proveniente da Venezia; il dipinto Venere e Amore, proveniente da Firenze, attribuito a Tiziano; un dipinto di Poussin dal titolo Agar e l’Angelo, proveniente da Palazzo Barberini a Roma, due reliquiari lignei (XVI-XVII sec.) da Matera, vari disegni di Barocci e barocceschi, provenienti da Urbino.


Vi sono inoltre molti oggetti di vario genere, dall’arte applicata, alla moda, alla grafica. Bellissimi i vetri del XVIII e XIX secolo di ispirazione archeologica, rinascimentale, barocca, neoclassica, spagnola e dell’Art Nouveau, facenti parte della collezione dei vetri della Compagnia di Venezia e Murano, ed entrati a far parte della Galleria Nazionale d’Arte Antica di Roma, sempre provenienti da Palazzo Barberini; e ancora, i manifesti cinematografici dei primi anni del secolo della Collezione Salce, provenienti da Treviso; due abiti degli anni cinquanta, custoditi a Palazzo Pitti, e due armature del XV e XIX secolo, conservati a Palazzo Venezia.
Dalla Villa della Regina a Torino, infine, sono in prestito gli inventari di corte che vanno da XVII al XIX secolo e che documentano le varie redazioni delle catalogazioni di opere d’arte presenti, non omogenee ma estremamente interessanti in quanto testimonianze preziose della storia della gestione dei depositi.

Tesori alla luce è un viaggio coinvolgente che consente di fruire gratuitamente un percorso intenso e variegato per un totale di circa cinquanta opere: una vetrina di beni storici e artistici fino ad ora nascosti che non hanno perso il loro filtro creativo e la loro forza comunicativa.

Per agevolare il raggiungimento della mostra è a disposizione una navetta gratuita per i visitatori, nei giorni 26 maggio, 2 e 9 giugno 2007, in partenza dall’Ara Coeli e in arrivo al Complesso del San Michele (Via di San Michele 22).

(fonte: http://www.markrothko.it/ )
 


Sede: Complesso Monumentale di San Michele, Via San Michele 22 -  Sala delle Navi -  ROMA

Periodo/Orari: dal 19.V.2007 al 14.VI 2007  /  Da martedì a sabato ore 10-19- Chiuso domenica e lunedì

Info:  06 58434282 06 58434286 url: http://www.beniculturali.it

Biglietto: INGRESSO GRATUITO/FREE ENTRANCE

 

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