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fino al 05.XI.2005

Mediterraneo d’Arte: la mostra di “concetto” e De Chirico

Roma, Archivio Centrale dello Stato

Ancora per poche settimane, fino al 5 novembre, sarà in corso a Roma la mostra “Il mare e la pesca: da De Chirico all’era della globalizzazione”. L’evento, curato da Claudio Crescentini ed organizzato grazie...


.. anche al contributo di importanti fonti documentarie dell’ Archivio Centrale dello Stato, costituisce un unicum sia nel genere che nelle modalità espositive.. un’idea del tutto originale!

Il tratto inedito della mostra  è espresso in primis tramite la multimedialità: ci troviamo infatti di fronte ad una variegata esposizione, ripartita in varie sezioni tematiche che ruotano intorno alla pesca come fattore simbolico ed allo stesso tempo lavorativo della realtà sociale del ‘900 e, che trova espressione in molteplici tecniche, dalla pittura alla letteratura, dalla poesia alla fotografia ed al video, simboli quest’ultimi, dell’evoluzione contemporanea.

Ma anche la scelta tematica costituisce una novità e nasce soprattutto dall’esigenza di richiamare l’attenzione su una problematica economico-sociale, prim’ancora che artistica: il rapporto tra il mare e quindi la pesca nel Mediterraneo e, la cultura , in particolar luogo quella italiana.

La visione negativa che spesso ha dominato le rappresentazioni ittiche nelle diverse riproduzioni artistiche è dunque il punto di partenza della mostra, che lo pone al centro dell’evento al fine di evidenziare la valenza che il mondo del mare racchiude da un punto di vista storico e sociale, iconografico e culturale, prim’ancora che economico.

Dunque la manifestazione nasce da un concetto, dal voler rinnovare un valore e lo fa esponendo il tema in versione “estetica”ed artistica.

Il connubio che ne deriva - arte e pesca - non è percio’ così anomalo come puo’ apparire.

Tanto piu’ se si pensa alla scelta di De Chirico come “referente” artistico.                                  

L’artista, nato in Grecia da genitori italiani, svolse gran parte dei suoi studi in Germania e fu proprio a Monaco che subì gli influssi piu’ determinanti per la sua carriera.

 Schopenauer e Boecklin permisero a De Chirico di fortificare la sua passione per la pittura tardoromantica ed il forte simbolismo tipico dei suoi capolavori, senza impedirgli comunque di elaborare, autonomamente, un proprio linguaggio.

Egli respinse da subito le avanguardie del secolo, polemizzando soprattutto il loro ricorso al mondo onirico e surreale, al sogno come chiave di lettura dell’arte. Per De Chirico, grande esponente Metafisico, invece, lo stupore e l’originalità nell’opera si poteva manifestare semplicemente estraniando l’oggetto dal proprio contesto naturale, proiettandolo in una realtà spaziale e temporale a lui estraneo.

E’ proprio in molte sue opere dunque, che riprende il tema animale ed in particolar modo il pesce, come elemento simbolico ed ermetico all’interno della civiltà Mediterranea.

Da qui parte quindi la scelta per un grande esponente Metafisico all’interno di una mostra così particolare. De Chirico, che ama spezzare la cosiddetta “collana dei ricordi” – e cioè la logica che associa spazi ed usi a relativi oggetti – è in grado di suscitare un contesto enigmatico, il tutto senza mai sottovalutare la rilevanza del disegno, dell’ordine e della disciplina, stupendo gli occhi e risvegliando le coscienze.

Irene Di Biagio 


Informazioni:

Luogo e durata: Roma, Archivio Centrale di Stato, P.le degli Archivi 27; fino al 5.XI.2005

Orari: dal lunedì al sabato 10-13; mercoledì 16-18;

Ingresso: libero

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