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fino al 09.01.2006
Walfaing Laib: la percettibilità della natura

Roma, MACRO

La rassegna artistica di Wolfgang Laib, artista tedesco di grande originalità, è ospite dallo scorso ottobre della struttura museale del Macro e si tratta della sua prima esposizione all’interno di ..


..  un museo pubblico italiano. L’evento, curato dal Direttore Danilo Eccher, ruota intorno al rapporto intimo tra natura ed arte, in un alternarsi di sensazioni, silenzi e percezioni.

Laib infatti, ripone tutte le sue attenzioni nella scelta della materia prima piu’ che nel risultato, spontaneo, che questa susciterà….ecco dunque l’uso della cera d’api, del latte o del polline a stupire, provocatoriamente, il visitatore.

Ad originare questa sua espressività, è la passione per il mondo orientale in particolar modo per l’India dove trascorse diversi anni studiando e seguendo con curiosità e rispetto la variegata cultura locale, dimostrando grande interesse per la filosofia, la sensibilità buddista, il misticismo: tutto questo ha favorito a partire dagli anni ’70, alla realizzazione delle sue opere..creazioni di grande essenza energetica, vere e proprie eco-installazioni.

La mostra del Macro raccoglie in 4 sale le rappresentazioni salienti dell’attività artistica di Laib: ci si trova dinanzi, ad esempio, alle suggestive…Milkstones, Pollen, Rice Houses e WaxShips.

E’ proprio con le pietre di latte che inizia la sua grande espressività al ritorno dai numerosi viaggi attraverso il mondo orientale.

Queste sono costituite da una lastra di marmo bianco ricoperto da un velo di latte che rende il solido..liquido, puro ciò che è corrotto..Laib dimostra così attraverso la materia il potere dell’Arte.

Anche il polline è un altro importante protagonista.

Laib provvede personalmente nel corso dell’anno, a raccogliere i pollini di diverse tipologie di piante tra cui la nocciola ed il tarassaco che favoriscono nella loro varietà, molteplici tonalità di giallo: è proprio questa sua partecipazione diretta al procedimento di realizzazione - dalla raccolta, alla produzione artistica -  a rendere quest’ultima così speciale.

Non siamo infatti di fronte ad una semplice superficie che viene ricoperta di “colore”, bensì d’avanti ad un rispetto garbato, ad un immenso riconoscimento, quasi religioso, nei confronti della natura: l’artista dispone il polline in forme geometriche, composte, ordinate, avvolte da un silenzio emozionante, riconoscente.

Nel corso degli anni ’80 invece, altri viaggi significativi, portano Laib all’uso del riso nelle sue creazioni: il prodotto, simbolo di fonte alimentare primordiale, è visto in chiave “altra”.

Esso è infatti esplicito richiamo al rito, alla devozione religiosa e per questo viene disposto, in piccole  piramidi lungo i contorni di strutture lignee o metalliche, chiaro richiamo ai cimiteri islamici.

Ma non è tutto.

Laib, negli anni successivi, utilizza nelle sue opere anche la cera d’api, inizialmente per creare spazi vivibili, in cui muoversi in una nuova visione percettibile: ecco allora la cera divenire componente di scale, alte, ripide e maestose che illudono lo sguardo o il tessuto per barche in bilico su sottili palafitte di legno.

E’ qui, al Macro, che il visitatore viene subito pervaso dal suo odore dolciastro ed invitante…poi lo sguardo segue le barche disposte orizzontalmente sopra al proprio capo..lassù sembrano sospese in uno spazio indefinito, pronte a salpare verso un mondo lontano, ignoto e forse per questo ancor piu’ affascinante.

La dimensione percettiva dunque, è il fulcro dell’evento espositivo: il visitatore è richiamato ad apprezzare la mostra con i suoi sensi, per captarne il sottile confine tra reale e misticismo, tra natura ed Arte.

Irene Di Biagio


Informazioni utili:

Luogo: Roma, Macro, Via Reggio Emilia 54

Orari: da martedì a domenica 9.00-19.00; festività 9.00-14.00 (lunedì chiuso)

Ingresso: 1 Euro (fino al 30 settembre 2006); gratuito sotto 18 anni ed oltre 65 anni;

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