...
umano ed artistico del
grande Maestro evidenziando il suo sognante vagheggiare
un'Età dell'Oro, i richiami alla cultura e alla
tradizione, le innovazioni del suo linguaggio pittorico
unite ad un esotismo colto ed eclettico.
Un'opportunità unica, a due
passi dalla Colonna Traiana, dal Foro, e da altri
antichi siti archeologici, per considerare in situ le
radici romane dell'opera di Gauguin, il suo debito nei
confronti dei miti del passato e del presente primitivo,
nella prima monografica mai dedicata a Roma all'artista
francese.
Capolavori provenienti da importanti musei pubblici e
prestigiose collezioni private di tutto il mondo, tra
cui spiccano il Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo,
la National Gallery of Art di Washington e la Ny
Carlsberg Glyptotek di Copenhagen, ripercorrono l'intero
cammino della vita e dell'opera del pittore da cui
traspare la costante ricerca di una sorta di mitico
Eden, il sogno di un luogo remoto sospeso nel tempo in
cui regna una
pace perfetta e un'abbondanza felice.
La Mostra, che nasce sotto l'Alto Patronato del
Presidente della Repubblica Italiana e con la
collaborazione del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, si avvale del patrocinio del Senato della
Repubblica, Camera dei Deputati, Istituto per la Storia
del Risorgimento Italiano ed è promossa dal Comune di
Roma - Assessorato alle Politiche Culturali, Assessorato
alle Politiche Educative e Scolastiche, Assessorato alla
Comunicazione - unitamente alla Regione Lazio -
Presidenza, Assessorato Cultura, Spettacolo e Sport.
L'esposizione "Paul Gauguin. Artista di Mito e Sogno", a
cura di Stephen F. Eisenman, Ordinario di Storia
dell'Arte alla North Western University, Chicago, con la
collaborazione di Richard R. Brettell, Commissario
Internazionale della mostra, Ordinario di Estetica alla
University of Texas, Dallas, si avvale di un prestigioso
Comitato Scientifico composto da Richard R. Brettell,
Anne Birgitte Fonsmark, Direttore del Ordrupgaard Museum,
Copenhagen, Tamar Garb, Ordinaria di Storia dell'Arte
allo University College, Londra, Abigail Solomon-Godeau,
Ordinaria di Storia dell'Arte all'Università della
California, Santa Barbara. La rassegna è organizzata e
realizzata da Comunicare Organizzando di Alessandro
Nicosia.
Le
preregrinazioni di Gauguin, dalla Bretagna alla
Martinica ad Arles sino, soprattutto, alla Polinesia,
furono la conseguenza della sua convinzione che
nell’Europa delle grandi città, come scrisse in una
lettera del 1889, “uomini e donne soddisfano i propri
bisogni solo lavorando duro, senza sosta”, mentre nella
lontana Oceania “gli indigeni felici godono solo delle
cose dolci della vita.
Per loro vivere significa
cantare ed amare”. Questo credo, frutto di mito e sogno
insieme, ha le sue origini nelle tradizioni artistiche e
letterarie della classicità mediterranea, negli scritti
dei filosofi utopistici del XIX secolo, e portò Gauguin
a trasferirsi tra quelle che, ingenuamente, considerava
le pie popolazioni della Bretagna e tra gli idigeni
sempre gioiosi della Polinesia.
Questa mitica ricerca di
consolazione e sollievo dalla modernità è alla base
della retrospettiva su Paul Gauguin, che si muoverà
lungo l’intero percorso artistico del maestro francese,
dalle opere impressioniste agli esordi, frutto del sogno
di serenità e godimento della campagna francese, agli
ultimi capolavori realizzati nelle remote isole
Marchesi. Questi ultimi dipinti, sculture, disegni e
stampe sono spesso tragici nel loro evidente agognare
salute, amicizia e un sogno di piacere che non svanisce.
Numerose in passato sono
state le retrospettive dedicate a Gauguin, ma nessuna ha
finora affrontato in modo così diretto, attraverso la
scelta delle opere, l’allestimento e il catalogo, gli
aspetti utopici della sua arte. Nessuna, inoltre, ha mai
considerato l’arte di Gauguin nel contesto di più di due
millenni di storia dell’arte e poesia classiche,
interessate all’inseguimento di un’età dell’oro. Il
tema, naturalmente, ben si adatta alla città eterna, a
Roma, cuore metropolitano di una civiltà classica,
costruita sul mito dell’età dell’oro, celebrato da
Virgilio nei soi poemi. |