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il sogno di un unico impero
sotto il quale riunire quell’insieme
di insediamenti e città che fin
dal Neolitico erano stati legati
da una fitta rete di scambi e
conflitti e che, già durante
l’Età del Bronzo, avevano visto
l’espandersi del dominio dei
clan Shang e Zhou.
La mostra Cina. Nascita di un
Impero intende presentare al
pubblico la civiltà cinese
proprio in quel periodo che va
dall’ultima dinastia
pre-imperiale dei Zhou (1045-221
a.C.) alle due dinastie
imperiali dei Qin (221-206 a.C.)
e degli Han Occidentali (206 a.C.-23
d.C.) attraverso un grande,
affascinante affresco che
abbraccia oltre dieci secoli.
La mostra comprenderà 320
reperti di grande raffinatezza e
impatto, alcuni dei quali mai
usciti finora dalla Cina e
provenienti da 14 musei cinesi.
Tra questi splendide giade e
imponenti bronzi cerimoniali
rinvenuti sia nell’area centrale
e settentrionale della Cina,
interessata dalla cultura di Qin,
sia nell’area meridionale,
dominata dalla cultura di Chu.
Vedremo, fra l’altro, per la
prima volta in Italia, bronzi
provenienti dalla tomba del
Marchese Yi di Zeng (433 a.C.),
un feretro di legno laccato
dipinto ove giaceva una delle
sue concubine e un famoso
‘poggiatamburo’ a forma di
uccello con corna di cervo in
bronzo, unico nel suo genere.
Non mancheranno vasi in bronzo
intarsiato e in ceramica
invetriata, céladon, lacche e
gioielli.
Eccezionale
per la qualità della giada
impiegata, di colore bianco, è
una veste di dimensioni umane,
di epoca Han, costituita da
oltre 4.000 tessere di varie
dimensioni e diversi spessori
cucite insieme con centinaia di
metri di filo d’oro. Nella Cina
antica si riteneva che la giada
potesse preservare la salma
dalla decomposizione,
consentendo la sopravvivenza
dell’anima. Da questa credenza
derivò l’usanza, durata qualche
secolo, di cucire intorno al
corpo del defunto un vero e
proprio abito di giada alla cui
preparazione si dedicavano per
anni numerosi esperti artigiani.
L’esemplare in mostra è uno dei
più belli tra i circa quaranta
finora rinvenuti.
Ma una delle attrazioni
principali sarà certamente
costituita dai famosi soldati di
terracotta del Primo Imperatore.
Un’armata imponente composta da
migliaia di guerrieri, cavalli,
carri da combattimento, tutti a
grandezza naturale e diversi tra
loro, rinvenuti in più fosse
situate nei pressi del mausoleo,
ancora inviolato, a Lintong (Xi’an,
Shaanxi), nei pressi dell’antica
capitale imperiale.
Dopo
Qin Shi Huangdi, altri
imperatori vollero eserciti di
terracotta all’interno dei
propri corredi funerari. Alle
Scuderie del Quirinale per la
prima volta verranno esposti
parte dei corredi funerari del
primo imperatore Han (Gaodi,
206-195 a.C.) e del quarto (Jingdi,
157-141 a.C.): oltre 160 statue
in terracotta dipinta
provenienti da Xianyang e
Yangling, alte fino a 70 cm:
fanti, cavalli, cavalieri,
servitori, animali domestici,
ritrovati a migliaia in tombe
satelliti e fosse situate nei
pressi dei mausolei, inviolati
anch’essi come quello del Primo
Imperatore.
La mostra, organizzata
dall'Azienda Speciale Palaexpo in
collaborazione con MondoMostre,
è a cura di Lionello Lanciotti,
professore Emerito di Filologia
cinese dell’Università
“L’Orientale” di Napoli, e di
Maurizio Scarpari, professore
ordinario di Lingua cinese
classica all’Università Ca’
Foscari di Venezia, a cui si
affiancano Attilio Andreini,
Tiziana Lippiello, Sabrina
Rastelli (Ca’ Foscari) e Roberto
Ciarla (Museo d’Arte Orientale
"Giuseppe Tucci" di Roma).
L’allestimento è ideato da Luca
Ronconi con Margherita Palli.