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che da sempre cura e realizza rapporti e scambi con altre
rilevanti istituzioni museali.
Ed è così che il quadro, proveniente dal Museo d’Orsay di
Parigi potrà essere ammirato fino al 22 gennaio del 2006 nella
città italiana.
Il capolavoro, concluso intorno al 1860-62, dopo circa un
decennio di disegni, bozze e ritocchi, rappresenta
concretamente la maestrìa ed abilità dell’artista francese
che, pur avendo partecipato in prima linea al nascente
movimento impressionista - esponendo tra l’altro alla prima
mostra del gruppo nel 1874 ! -, rispecchia ancora vivamente il
fenomeno Realista;
Egli stesso affermo’ che il senso del “vero” poteva essere
espresso dall’artista solo stregando e plasmando la realtà e
dunque, in modo innaturale.
Osservando la Famiglia Bellelli si ha un chiaro esempio di
cio’che intendeva dire il Maestro: l’opera è ordinata,
composta…curata nel dettaglio e quindi rigorosamente studiata.
La tematica della raffigurazione è molto vicina all’autore in
quanto i quattro soggetti rappresentano il nucleo familiare
della propria zia paterna: la scena ci pone di fronte ad una
situazione di percettibile tensione accentuata dall’immagine
sulla parete del nonno appena defunto, raffigurato alle spalle
della sorella in lutto.
Il realismo della scena viene inoltre enfatizzato dalla
contemporaneità dei dettagli, come l’arredo della stanza, e lo
stesso abbigliamento dei personaggi rappresentati.
L’ambiente è nitido e composto, con un rigore che ricorda gli
insegnamenti Ingresiani ricevuti da Degas durante la sua
crescita artistica.
Ma c’è dell’altro: l’uso mirato della luce e del colore – in
questo caso il nero evidenzia la drammaticità del momento - e
gli effetti spaziali suscitati dallo specchio sulla destra
del quadro, riportano fedelmente agli influssi determinanti,
seppur recentissimi, di Claude Monet ed Edouard Manet.
Il ritratto dunque rispecchia la formazione e lo stile
fortemente realista di Edgar Degas : l’immagine è di gran
fermezza , ben lontano dalla nascente poetica dei compagni
illuministi a cui l’artista presto si avvicina.
La sua è pertanto una pittura antica ma che presenta
innovazioni di grande interesse, come gli spazi che nelle sue
opere ricordano il taglio cinematografico dei nostri tempi.
Lui amava definirle “scene viste da una serratura” in cui
spesso l’opera veniva attraversata da diagonali azzardate, e
la luce costituiva uno strumento capace di guidare l’occhio
dell’osservatore all’interno dei suoi eccellenti capolavori.
Ammirare La Famiglia Bellelli , collocata nel primo
settore dell’Ottocento della Galleria Nazionale d’Arte
Moderna, al fianco di ammirevoli opere contemporanee italiane,
come alcuni ritratti di Fattori o Abbati, non puo’ che essere
uno splendido scorcio sul grande fermento creativo del mondo
artistico del XIX secolo.
Irene
Di Biagio |