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la prima raccolta meticolosa di un pilastro dell’arte
quattrocentesca italiana: Antonello da Messina.
L’artista ebbe una vita breve trascorsa in varie città,
da Palermo a Venezia punto focale dei suoi
approfondimenti, alla continua ricerca di un
perfezionamento e di uno studio attento delle
raffigurazioni che lo hanno reso immortale con la loro
elevata qualità.
Anche per questo suo continuo vagare, non è stato fino ad
oggi possibile realizzare un’esposizione particolarmente
ricca e completa dell’autore ma, grazie alla
collaborazione di grandi sedi museali come quella di
Dresda e di Londra, dal 18 marzo fino al 25 giugno, le
Scuderie del Quirinale saranno il prezioso caveau per
grandi opere dell’artista, fornendo una vasta rassegna di
capolavori.
Antonello da Messina costituì per l’arte italiana un
fondamentale anello di congiunzione in un panorama
creativo internazionale: è con lui infatti che il colore,
la luce e lo spazio vengono per la prima volta riassunti
in una tela ad olio. Tutto è studiato, considerato e reso
con la massima veridicità secondo canoni che riportano
chiaramente alla pittura fiamminga all’epoca esempio di
eleganza e precisione.
Ma è anche vero
che, nel curare il dettaglio, l’artista raccoglie
l’impulso prospettico della nuova tecnica spaziale
quattrocentesca: ne è un esempio plateale il famoso “San
Gerolamo nello studio”, laddove ogni dettaglio è curato,
l’occhio è guidato in frangenti spaziali ben definiti,
tutto appare misurato e realistico. Il Santo, impegnato in
lettura, è avvolto da un’aurea silenziosa, in un ambiente
ordinato e misurato, dove solo una luce pungente, come un
faro teatrale, illumina i punti di fuga in cui l’occhio
umano si perde.
L’autore dunque è abile nella resa e nella cura dello
spazio: un’avanguardia non indifferente se si pensa che il
periodo artistico è solo la metà del ‘400.
La manifestazione artistica ospiterà inoltre significativi
esempi rittrattistici della sua opera: rappresentati di
tre quarti e, non piu’ di profilo come da tradizione, i
volti hanno un’aria piu’ interessante e viva, con
personalità enigmatiche che sembrano finalmente spezzare
quel distacco tra la tela e l’osservatore.
Non da meno le impressionanti Crocifissioni e le Madonne
raffigurate dal grande talento di Antonello da Messina. La
religiosità resa con la stessa indagine microscopica,
meticolosa e “perfetta” che ne fa un unicum nel contesto
artistico italiano dell’epoca.
La mostra si prospetta dunque come un evento senza
precedenti, una raccolta unica per quantità e qualità
delle opere esposte, ad evidenziare e rappresentare un
esponente focale dell’arte nazionale e che ha costituito
per l’Italia un punto di passaggio nonché di contatto con
il mondo internazionale carpendone i pregi ed i “segreti”
espressivi.
Antonello da Messina, con la sua morbidezza cromatica e
con lo splendore luminoso ha anticipato le ricerche
Rinascimentali, ha stupito e studiato il dettaglio e dal
18 marzo il suo sorprendente stile sarà, a Roma, sotto
gli occhi di chiunque lo voglia ammirare.
Irene Di Biagio |