La prima grande mostra di Edward Hopper in Italia
Edward Hopper (1882-1967) è il più popolare e noto artista americano del XX secolo: pittore della vita quotidiana, delle solitudini umane e dei paesaggi, è certamente il riconosciuto caposcuola del Realismo americano.
Arthemisia, grazie all’eccellente lavoro di questi anni, al riconoscimento della propria professionalità e agli elevati standard qualitativi delle proprie produzioni, riconosciuti in Italia e all’estero, è riuscita in un’operazione senza precedenti: portare a Milano e Roma – e quindi a Losanna - la prima grande mostra di Hopper.
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Second Story
Sunlight, 1960, olio su tela, 101,92x127,48
cm, Whitney Museum of American Art, New
York, Purchase, with funds from the Friends
of the Whitney Museum of American Art 60.54
© Whitney Museum of American Art, N.Y.
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La mostra è promossa dal Comune di Milano e dalla Fondazione Roma - cui va riconosciuto lo stimolo iniziale al progetto - uniti per la prima volta in una partnership culturale, con il Whitney Museum of American Art, la Fondation Hermitage di Losanna e Arthemisia.
La mostra è curata da Carter Foster, curatore e conservatore del Whitney Museum.
La storia del Whitney Museum of American Art e dell’artista Edward Hopper sono intrinsecamente legate: la prima mostra personale di Edward Hopper, nel 1920, si tenne al Whitney Studio Club. Nel corso degli anni il Whitney ospitò varie mostre dell’artista, tra cui quelle memorabili del 1950, 1960 e 1984.
Dopo la morte di Hopper, nel 1970, la vedova Josephine lasciò proprio al Whitney Museum tutta l’eredità dell’artista in suo possesso: oltre 2500 opere tra dipinti, disegni e incisioni.
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SMorning
Sun, 1952, olio su tela, 71,44x101,93 cm,
Columbus Museum of Art, Ohio, Museum Purchase,
Howald Fund 1954. |
In mostra saranno esposte oltre 170 opere tra oli, acquerelli e disegni provenienti principalmente dal Whitney ma anche dai più importanti musei americani.
La narrazione antologica sarà accompagnata dall’approfondimento sul metodo di lavoro di Hopper – estremamente complesso e rigoroso – grazie all’accostamento dei disegni preparatori alle opere finite.
Questa visione svela quanto il “realismo hopperiano” sia spesso il frutto di una sintesi di più immagini e situazioni colte in tempi e luoghi diversi e non una semplice riproduzione dal vero.
Suddivisa in sette sezioni, la mostra ripercorre tutta la produzione di Hopper dagli anni in cui studiava a Parigi - con il capolavoro di questo periodo Soir Bleu - fino al periodo “classico” e più noto degli anni ‘30, ‘40 e ‘50. Tra i capolavori in mostra: Cape Cod Sunset, Second Story Sunlight e A Woman in the Sun.
La mostra sarà arricchita di un importante apparato biogafico e storico, in cui verrà ripercorsa la storia americana dagli anni ’20 agli anni ’60 del XX secolo: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico, ecc.
Un’occasione dunque anche per capire di più e meglio l’America di Barak Obama.
Fonte:
www.romeguide.it
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