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promossa dall’Associazione Umberto Mastroianni e dal
Comune di Frosinone. “Marco Gizzi. Genio malinconico”, a
cura di Margherita Balzerani propone per la prima volta
al pubblico uno sguardo inedito sull’evoluzione
pittorica del giovane artista ceccanese. “Marco Gizzi è
un artista in bilico tra metafisico e reale.
Ricca di diverse sedimentazioni, assimilate e
rielaborate nel corso degli anni in una personale sfera
espressiva; la pittura dell’artista ceccanese è
caratterizzata da due momenti estetici complementari,
che costituiscono due fasi distinte del percorso
espositivo della mostra.
Il primo periodo (1979-1989) è caratterizzato da una
pittura paradigmatica, vertiginosa e mirabolante, fatta
di abberrazioni prospettiche, tessuta da un silenzio
affabulatorio ed intrigante. Una luce sofisticata scopre
minacciose superfici livide animate da un’illogica
attesa. In base ad un inedito percorso di assimilazione
delle tematiche surrealiste proprie all’universo
pittorico di Max Ernst, Marco Gizzi popola i propri
quadri di oggetti “mutanti” come caratterizzati da una
forma di metempsicosi formale.
Nella seconda fase formale (1989-2006) la pittura
diviene sublimazione della forma: silenziosa,
sussurrata, quasi vaporizzata sulla tela.
Dai regni pittoreschi dell'estasi di un paesaggio
irreale, abitato da abissi marini e precipizi, costruito
in prospettive sghembe, giungiamo dal 1990 ad
un’evoluzione che rappresenta una presa di coscienza del
senso panico insito nella natura. Come un naufrago senza
ritorno, lo sguardo dello spettatore si perde in un
infinito sublime e malinconico. Ma se l’infinito non si
può cogliere con la ragione, bisogna avvalersi di
strumenti alternativi. La realtà è geroglifico dello
spirito e le cose del mondo sono simboli di qualcosa che
va al di la della realtà.
Marco Gizzi ci insegna che l’arte è lo strumento
privilegiato della conoscenza.”
Testo di Margherita Balzerani tratto dal catalogo della
mostra “Marco Gizzi. Genio Malinconico”. CATALOGO IN
MOSTRA. |