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Giovanni Bellini è
l'artista che più di ogni altro ha attraversato i tempi
e le rivoluzioni culturali: è lui, prima di Leonardo, il
grande inventore della rappresentazione dei sentimenti e
della natura, offrendoci opere di straordinaria poesia
in paesaggi che riassumono tutto ciò che fino allora si
era visto in Italia e in Europa, con la figura umana
immersa totalmente nello spazio circostante in
commoventi, sentite rappresentazioni così intimamente
veneziane nella morbidezza della luce, nel realismo
sobrio degli uomini e delle donne, nel gusto per i
particolari vegetali colti in singola identità botanica.
Capolavori ottenuti trasformando ogni elemento tecnico:
Giambellino muove i primi passi pittorici usando la
tempera e poi arriverà a un utilizzo così sapiente
dell'olio da impastare le forme degli astanti, seppur
volumetricamente solide, con architetture e sfondi,
offrendo il primo esempio italiano di uso "moderno"
della tecnica importata dalle Fiandre.
Giungendo alla fine della carriera a lavorare la
superficie pittorica con le dita, creando quelle
inusitate morbidezze cromatiche che apriranno la via a
Giorgione e Tiziano.
Una grande retrospettiva su Giovanni Bellini è, così
come per Antonello da Messina, operazione mai tentata
perché ritenuta di difficilissima strutturazione: la
sola mostra monografica, curata da Rodolfo Pallucchini,
fu fatta a Venezia e risale al 1949.
Alle
Scuderie del Quirinale sono presentati settanta dipinti,
circa i tre quarti della produzione certa di Giovanni
Bellini, puntando ad avere non solo opere religiose ma
anche le grandi allegorie e mitologie.
Non
mancheranno anche alcune delle grandi pale d'altare di
Giovanni, prime tra tutte il Battesimo di Cristo
eseguito per la chiesa di Santa Corona a Vicenza e la
stupefacente Pala di Pesaro.
Ad accompagnare la mostra, a cura di Mauro Lucco e
Giovanni C. F. Villa, vi sarà un'attenta campagna di
indagini scientifiche che svelerà gli splendidi disegni
sottostanti di Giovanni Bellini: analisi per la maggior
parte (circa sessanta opere) già effettuate, così come
una prima ricognizione delle opere nei musei prestatori.
Il catalogo, sempre a cura di Mauro Lucco e Giovanni
C.F. Villa, si presenterà come una nuova e aggiornata
monografia sul pittore veneziano.
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