Prima mostra monografica dedicata al maggior pittore veneto dell'800
Roma, Chiostro del Bramante
21 aprile – 4 luglio 2010
Giacomo Favretto (Venezia 1849-1887).
Sentimento e seduzione è la prima mostra monografica dedicata al maggiore esponente della pittura veneta dell’Ottocento e uno dei più importanti dell’intera pittura dell’Ottocento italiano, e offre l’occasione di avere una panoramica completa della sua produzione attraverso l’esposizione di tutte le opere più importanti, dagli esordi accademici all’Esposizione di Venezia del 1887, impreziosite dalla presenza più unica che rara di capolavori che furono del Re, di opere mai uscite dai Musei o dalle collezioni private che le custodiscono.
Il progetto
La Mostra si propone di presentare l'opera di Giacomo Favretto nella sua completezza e storicità, con particolare attenzione al percorso cronologico, alle numerose esposizioni, italiane ed estere, alle quali il pittore partecipa, al contesto storico, artistico e sociale nel quale l'artista si muove, al condizionamento del gusto, del pubblico e della critica.
Le sezioni della mostra fermeranno dunque l'attenzione non solo sulle opere di Giacomo Favretto, ma su tutti gli elementi idonei a ricostruire l'ambiente storico, sociale, artistico del pittore: la sua formazione all'Accademia di Venezia e la condizione della pittura veneziana agli inizi degli anni '70; la esposizione di Brera del 1873, che segna la nascita della "moderna scuola veneziana"; le opere degli anni '70, con particolare attenzione alle suggestioni del viaggio parigino del 1878; la straordinaria stagione creativa degli anni '80; il revival settecentesco; le esposizioni di Roma del 1883 e Venezia del 1887; l'eredità pittorica lasciata dall'artista alla sua morte.
La presentazione contestuale di opere del maestro e di pittori a lui vicini, per datazione o tematica, permetterà di comprendere il giudizio della critica, ma anche quello del pubblico, e di conoscere i momenti e le ragioni del loro convergere o divergere, attraverso la valutazione del successo nazionale e internazionale delle composizioni, che presero a modello la vita quotidiana veneziana.
Di interesse per il pubblico e la comunità scientifica sarà inoltre il Catalogo (Silvana editoriale), che tratterà molti aspetti e temi del tutto sconosciuti dell’attività dell’artista, con la pubblicazione di apparati critici e documentali inediti. In particolare verrà presentata la prima biografia basata solo su fonti documentali; un saggio sui rapporti tra Giacomo Favretto e l’Ungheria, frutto di ricerche svolte in loco; lo stesso avverrà per i rapporti tra l’artista e John Singer Sargent.
Due sezioni di studio verranno dedicate alla critica d’arte contemporanea al pittore, e al collezionismo nazionale e straniero.
Il percorso della Mostra
Il percorso della Mostra si apre con le opere dei maestri di Favretto all’Accademia di Venezia e con le prime composizioni giovanili (Sale 1-3).
Nato a Venezia nel 1849 da famiglia di modeste condizioni economiche, Giacomo Favretto si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove mostra immediatamente il suo talento, ricevendo numerosi premi dal 1866 al 1870, una menzione d’onore l’anno successivo e un incarico come supplente per gli elementi della figura dal 1873 al 1878. Suoi professori all’Accademia sono Pompeo Marino Molmenti per la pittura, Michelangelo Grigoletti per il disegno della figura, Napoleone Nani, professore aggiunto per il disegno della figura, e Domenico Bresolin per il paesaggio, tutti rappresentati nella prima sezione della Mostra con opere di grande impegno ed importanza. In particolare per Napoleone Nani, pittore di grande qualità, dal quale Favretto trarrà il gusto per le composizioni argute e briose venate da un pizzico di malizia, verrà presentata una selezionata di quattro dipinti straordinari.
La Mostra prosegue con le opere degli anni Settanta (Sale 4-6). Dopo le prime opere presentate appena uscito dall’Accademia, quali a Treviso nel 1872 Il francescano Duns Scoto nella cella (in Mostra) è l’Esposizione di Brera del 1873, che lo segnala all’attenzione della critica e che segna la nascita della moderna scuola veneziana. Le recensioni positive e le lodi di un critico arguto come Camillo Boito sono di sprone al giovane talento che realizza opere giovanili di piccolo formato, quali La moglie gelosa, In pinacoteca o I miei cari (tutte in Mostra) caratterizzate da un tono intimo e lirico, arguto e ironico.
Dopo la realizzazione di dipinti caratterizzati da un terso vigore di luminosità, quali La raccolta del riso nelle terre del basso veronese (in Mostra), nel 1878 a Brera espone Il sorcio, opera bellissima presente in Mostra, che renderà immediatamente popolare il nostro artista. Nello stesso anno si reca a Parigi per visitare l’Esposizione Universale, alla quale presenta In sartoria (in Mostra) e La ricetta.
Questi dipinti, di grande qualità, testimoniano la declinazione tutta veneziana che Favretto dà alle opere presentate alle Esposizioni internazionali, in risposta al successo dell’opera di stesso soggetto veneziano esposta da Cecil Van Haanen al Salon del 1876, Infilatrici di perle, premiata con la grande medaglia, anch’essa assicurata alla Mostra.
Gli anni successivi, a partire dalla bellissima Pollivendola della Collezione Cariplo (in Mostra), per proseguire con L’ultima parola e Due quadri da vendere della Galleria d’Arte Moderna di Milano, entrambi visibili in Mostra, sono caratterizzati dalla piacevolezza delle composizioni e dalla tecnica pittorica adottata, tipica delle opere degli inizi degli anni 80.
I dipinti di Favretto saranno presentati in Mostra assieme a quelli di altri grandi esponenti della pittura veneta di quel periodo, quali Ettore Tito, Alessandro Milesi, e soprattutto Guglielmo Ciardi e Luigi Nono, ai quali sarà dedicata un’intera sala della Mostra (Sala 7).
Le opere dei primi anni Ottanta (Sala 8) si aprono con Vandalismo! Poveri antichi (in Mostra), che nel 1880 vince all’Esposizione di Brera il premio Principe Umberto. Lo stesso anno la partecipazione di Favretto alla Esposizione Nazionale di Torino è recensita in maniera entusiasta dal critico Filippi: “Favretto sarà il Longhi del secolo XIX e Ciardi ne sarà il Canaletto. […]
Un artista straordinario, i cui quadri attraggono la folla, comandano l’ammirazione e soddisfano i più esigenti conoscitori è Giacomo Favretto, un giovane piccino, più che modesto, timido, trasandato, che a vederlo non ci si darebbero due soldi. Sotto quella apparenza meschina sta un osservatore profondo, un grande artista nel senso vero della parola. Egli ritrae la vita esteriore casalinga del popolo veneziano con una verità da far strabiliare, e a questa verità aggiunge un colore potente luminoso, sodo, disegno accurato, una tecnica di pennello sorprendente, ottenuto dagli effetti veri e dalle apparenze minute con una incredibile semplicità dei mezzi. – Mandò sei dipinti che sono sei gemme di un solo monile. Si può preferire l’uno o l’altro, ma tutti hanno dei pregi singolari che giustificano le preferenze”.
Nello stesso periodo Favretto realizza opere in costume settecentesco, riprendendo un filone di gran gusto e di gran moda del tempo, quali Soli! del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, o le due opere della Fondazione Balzan, tutte in Mostra (Sala 9), e le sue opere influenzeranno quasi tutti i pittori di area veneta.
I dipinti degli anni ‘80 (Sale 10-11) segnano la maturità della carriera artistica di Favretto e vengono presentati in Mostra seguendo le pubbliche Esposizioni alle quali il pittore partecipò. Si potranno ammirare la bellissima Bottega della fioraia, Mercato in Campo S. Polo, Dopo il bagno della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, l’afoso e sensuale Caldo esposto a Milano nel 1885, lo stupendo Susanna e i due vecchi in prestito dalla Galleria Nazionale di Budapest, che per la prima volta arriva in Italia, lo straordinario Lavandaie della collezione Katalinic, mai esposto prima.
Nel 1887 partecipa all’Esposizione Nazionale di Venezia, durante la quale muore.
Lascia nello studio uno dei suoi grandi capolavori, Liston moderno, opera acquistata dal Re e oggi in collezione privata, che sarà possibile ammirare in Mostra.
Le scelte del pubblico e il gusto collezionistico dell'epoca testimoniano la persistenza di una fortissima richiesta di dipinti di genere sulla scia delle composizioni di Favretto, sia da parte dei mercanti, che dei privati collezionisti.
Si presenta in Mostra un'ampia sezione di dipinti di artisti veneti (Sala 11), da Dall’Oca Bianca a Barison a Bressanin a Zonaro a Pastega a Laurenti a Serena, che continuano il filone compositivo di Favretto e alimentano il gusto collezionistico dell'epoca.
Fonte:
www.chiostrodelbtamante.it
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