La
Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Barberini,
in collaborazione con la soc. Beni
Culturali e con il
sostegno di The
Sir Denis Mahon Charitable Trust,
dà vita ad una rassegna culturale che, per completezza e
rigore, sarà da considerare un omaggio di ampio respiro
alla grande stagione del Barocco e all’opera di Sir
Denis Mahon, che di tale periodo fu grande studioso ed
estimatore di fama internazionale.
Il progetto, a cura di Mina
Gregori, è realizzato con la preziosa collaborazione del
Trustee della Fondazione Mahon e con il supporto dei
suoi illustri colleagues.
A sostegno scientifico di questo ambizioso progetto,
Mina Gregori sarà affiancata da Anna Coliva, direttrice
della Galleria Borghese, e da Serjei Androsov, direttore
del Dipartimento dell’arte europea occidentale dell’Hermitage
Museum.
La mostra è stata concepita direttamente dallo stesso
Mahon che già nel 2009 manifestò alla Prof.ssa Mina
Gregori e all’Ing. Roberto Celli, il desiderio di
festeggiare i suoi 100 anni assieme ai dipinti che lo
avevano accompagnato nel corso della sua vita, radunando
almeno parte dei capolavori che aveva collezionato e
donato alle più prestigiose istituzioni internazionali,
oltre ad esporre alcune eccezionali attribuzioni e
scoperte fatte, da Guercino a Caravaggio a Poussin.
Come ben dice Nicholas
Penny, direttore della National Gallery di Londra, “quella
di Sir Denis Mahon è la collezione privata più pubblica
che esista”, proprio
per il suo grande mecenatismo e senso civico che l’hanno
portato a donare tutte le sue opere a istituzioni
pubbliche affinché fossero fruibili dal maggior numero
possibile di persone.
La
mostra è prima di tutto un omaggio a un grande
gentiluomo della storia dell’arte che, con inimitabile
tatto e britannica concretezza, ha profondamente
influito sulla riconsiderazione del primo Seicento.
Partendo a cerchi concentrici dallo studio del
prediletto Guercino, Mahon ha saputo proporre in una
nuova e più convincente luce la pittura bolognese alle
soglie del Seicento, e ha condotto pioneristiche
scoperte su Caravaggio e su Nicola Poussin.
Sir Denis Mahon è stato, sin dall’inizio della sua
carriera, il principale promotore in Gran Bretagna della
rinascita e dell’interesse per il Barocco italiano e si
deve proprio a lui – il più grande storico dell’arte e
collezionista della sua epoca – l’indomito impegno nel
rendere di dominio pubblico le grandi collezioni
statali, nella convinzione che il patrimonio artistico
della nazione appartenga ai cittadini che la abitano.
Accanto a una rosa di dipinti provenienti dalla sua
collezione e lasciati ad importanti istituzioni museali
alle quali si sentiva più legato, la mostra fa il punto,
attraverso una scelta mirata di dipinti, sulle scoperte
e gli studi condotti da Mahon sull’arte del Seicento
italiano, alla cui rivalutazione in campo internazionale
ha contribuito in maniera decisiva fin dagli anni trenta
del secolo scorso. In molti casi, gli studi di Sir Denis
Mahon hanno consentito l’attribuzione dei dipinti e
spiegato il “modus operandi” di alcuni artisti, fra cui
Caravaggio, e che oggi costituiscono il patrimonio
culturale dei più importanti musei del mondo.
Parallelamente
cresceva il suo interesse per la pittura del Caravaggio,
di cui la mostra presenta un nucleo di importanti
capolavori, nell’intento di chiarire la posizione
critica di Mahon accanto a quella del maggiore
‘specialista’ italiano dell’artista, Roberto Longhi.
Il catalogo della mostra, infatti, include diverse
testimonianze e studi sull’opera di Caravaggio oltre che
un saggio di Mina Gregori sul rapporto fra Mahon e
Longhi e sul folto carteggio fra i due storici
dell’arte, entrambi accesi sostenitori del barocco.
Appassionato dell’Italia, Mahon riversò il suo interesse
anche su altri artisti, come Nicola Poussin, che in
Italia avevano lavorato e che la mostra esemplificherà
attraverso dipinti prestati da imponenti musei italiani
e stranieri, per terminare sui quadri della sua
collezione personale, incentrata sui protagonisti del
Seicento italiano.
In mostra saranno presenti circa 40 capolavori assoluti:
non solo infatti quelli appartenuti alla sua collezione,
i cui dipinti sono in parte alla Pinacoteca Nazionale di
Bologna, ma anche alcuni capolavori, come quelli di
Poussin, Guercino e Carracci, provenienti dall’Hermitage
Museum di San Pietroburgo.
La mostra intende valorizzare, inoltre, un nutrito
gruppo di opere provenienti dalle aree del terremoto
emiliano del 2012 e che furono conosciute ed amate da
Sir Denis Mahon negli anni dei suoi viaggi in Italia. Su
alcune di queste si intende mettere in evidenza, oltre
lo straordinario valore culturale, la storia della messa
in sicurezza di tali capolavori e del loro recupero
tramite l’opera di tanti artigiani della cultura che in
questi anni hanno incessantemente e silenziosamente
lavorato.
Fonte:
daguercinoacaravaggio.it
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