Descrizione
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L'arte accompagna da sempre la scienza nel cammino filosofico e tecnologico dell'uomo. Agli inizi della storia, non trovando altre possibili spiegazioni, s'interpretavano e si raffiguravano le meraviglie del cielo come fenomeni di manifestazioni degli dei, ma con l'evolversi del progresso culturale e delle conoscenze astronomiche, le raffigurazioni divennero sempre più soggette alla razionalità scientifica. Oggi, l'armonia della natura celeste e quella terrestre sono un tutt'uno.
Fino a qualche secolo fa, gli artisti potevano osservare e ritrarre in "dettaglio" solo la Luna. Infatti, ad occhio nudo, stelle e pianeti appaiono solo come oggetti puntiformi. Con l'avvento del cannocchiale di Galileo, qualcosa è cambiato, ma il firmamento offriva ancora pochi dettagli. Poi, con l'uso dei primi telescopi, apparvero i primi disegni dei pianeti, ma i loro paesaggi e di eventuali spazi interstellari, potevano essere rappresentati solo con l'immaginazione.
Con i mitici libri di G. Verne e di altri scrittori, e con l'evolversi altresì dell'insita curiosità e fantasia dell'uomo, si aprì la strada a quella che sarà una nuova branca della letteratura prima e del cinema poi: la fantascienza. Con l'andar del tempo, insieme al perfezionamento delle ottiche degli strumenti, è cresciuta l'esigenza di rappresentare la volta celeste con maggior dettaglio, ma il vero boom si ebbe con la conquista della Luna.
Ma facciamo un piccolo passo indietro, nella prima metà del secolo scorso.
A San Francisco, un ragazzo giovane, Chesley Bonestell mostrava grande interesse sia per l'arte che per l'astronomia. A 17 anni, rimase entusiasmato da quel che osservò in un rifrattore da 36 pollici. Subito dopo questa esperienza disegnò Saturno così come l'osservò col telescopio. Chesley, in età adulta, lavorò poi come disegnatore presso un famoso architetto d'avanguardia negli Usa, dove conseguì grandi successi nell'ambito del suo lavoro. Gli vennero affidati importanti incarichi, ma lui non abbandonò mai la sua passione: dipingere paesaggi lunari o di qualche pianeta immaginario. Nel novembre del 1948, sulla copertina di "Scientific American", appare una sua illustrazione raffigurante il sole visto da Mercurio.
Nacque così la Space Art. Negli anni 50 lo "spazio" andava di moda. Chesley continuava a collezionare successi con le sue rappresentazioni dello sviluppo tecnologico e della corsa alla conquista dello spazio. Seguì attivamente i primi approcci al volo spaziale: il lancio di Sputnik 1, nel '57 e solo un anno più tardi il debutto del primo veicolo spaziale degli Usa, Explorer 1. Ora la sua fantasia è diventata realtà. Già in età avanzata, nel 1969, assisteva alla missione Apollo che portò Armstrong, Aldrin e Collins alla conquista del nostro satellite. Qui una piccola delusione per lui: aveva sempre rappresentato la Luna con paesaggi drammatici e accidentati, mentre le foto provenienti della missione Apollo gli mostrarono un paesaggio più dolce e lineare. Bonestell lavorò fino agli ultimi giorni della sua lunga vita. Ci lasciò nel 1986, ma la scienza riconosce oggi l'importanza della sua opera: l'asteroide 3129 porta per sempre il suo nome.
Dopo di Bonestell, molti altri artisti seguirono il suo esempio e, soprattutto negli USA, l'industria cinematografica (in particolare quella di fantascienza) scoprì di aver bisogno di giovani talenti per continuare ad evolversi. Nella cultura artistica europea, in particolare quella italiana, è ancora difficile "classificare" come arte quello che il più delle volte può apparire come una (per ben che sia fatta) semplice illustrazione. La nostra concezione di arte è diversa, e il nostro "background" culturale non aiuta di certo a comprendere la Space Art.
Per capire bene questa corrente artistica è quindi necessario un minimo di analisi della cultura pionieristica d'oltre Atlantico. Nel 1800, gli artisti accompagnavano spesso gli esploratori. Nelle spedizioni che partivano verso nuove frontiere verso le terre del nord-ovest e del sud America, erano presenti anche bravi pittori. Essi dipingevano i nuovi paesaggi, quali gli Icebergs del mar glaciale artico, le aurore polari, o i vulcani nel sud del continente. A volte, erano gli stessi artisti che finanziavano nuove spedizioni, ma le "new frontiers" andavano via via esaurendosi e da dipingere rimaneva ben poco. Nel secolo successivo gli Stati Uniti aprirono la strada verso una nuova e inesauribile frontiera che ancora oggi resta senza limiti: lo Spazio. Decine di pittori, oltre a Bonestell ne rimasero affascinati e diventarono così, con lo stesso spirito dei loro predecessori, i nuovi "artists- pionieers".
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