..l’ex
Mattatoio di Piazza Orazio Giustiniani.
E’ proprio con l’inaugurazione
dell’evento in questione che la
struttura è stata cosi
rinominata: Macro Future vuole
infatti sottolineare la
contemporaneità dell’arte che vi
trova rifugio, un termine che si
propone di dare un nuovo volto
ad uno degli edifici-simbolo per
i maggiori rappresentanti dei
movimenti d’avanguardia dei
nostri giorni.
Ma l’esposizione coincide anche
con l’apertura del secondo
padiglione del Museo che offre
cosi una maggiore disponibilità
di spazi permettendone una
fruizione adeguata.
La mostra costituisce un
fenomeno di impatto
socio-culturale molto forte,
dove la provocazione e
l’effetto-shock sono componenti
principali: ci troviamo infatti
di fronte ad una collettiva di
circa 120 artisti internazionali
che mettono in risalto la
valenza del corpo come fulcro
della loro espressività
artistica. Klaus Biesenbach è il
curatore della manifestazione e
con la collaborazione di due
grandi capisaldi della
contemporaneità come il PS 1
Contemporary Art di New York ed
il Kunst Werke Institute di
Berlino,ne ha favorito la
realizzazione: l’esposizione
ruota intorno al corpo umano
nella sua concezione piu’ ampia,
nella sua dimensione interiore
ed esteriore, come mezzo stesso
per la sperimentazione e la
ricerca artistica.
Il corpo è dunque concepito come
strumento ed allo stesso tempo
come oggetto di studio e ricerca
continua.
L’analisi di Matthew Barney,
Cindy Shermann, o Chen Zen –
solo per citarne alcuni - volge
dunque verso aspetti che
coinvolgono sia la fisicità e la
concretezza corporea che la sua
stessa fragilità di fronte agli
eventi ed ai fattori esterni. A
modificare, plagiare o
influenzare per sempre quel
corpo sono dunque elementi di
forza -quale aggressività,
violenza, irruenza – processi di
mutazione o elementi attinenti
alla sfera fisico-sensuale.
Gli artisti in esposizione
affrontano il tema con le
espressioni piu’ diverse:
videoart ed installazioni si
accostano ad opere scultoree,
fotografiche e pittoriche ..non
c’è arte perfetta ed esclusiva
per parlare del corpo umano come
simbolo, come fulcro di vita e
di emozioni, come contenitore di
sensazioni e di pulsazioni. Il
corpo è dunque il vero
protagonista della
manifestazione e – con un
richiamo al mondo della body art
– occupa interamente la scena di
un evento dove lo stupore in
alcuni casi si affianca alla
prevedibilità, in altri sfiora
l’eccesso ed in altri ancora si
sposa con una geniale resa
artistica.
Irene Di Biagio