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Apertura dal 21.IV.2006

Roma, Lungotevere in Augusta

L’Ara Pacis  è da sempre simbolo commemorativo di grande rilevanza: realizzata nel Campo Marzio tra il 13 a.C. ed il 9 a.C., costituisce testimonianza preziosa in veste di celebrazione..


... per le vittoriose imprese augustee svoltesi in Gallia ed in Spagna dallo stesso imperatore Augusto.

La struttura è costituita da un recinto esterno, sui cui lati sia internamente che esternamente, corre una ricca decorazione scultorea e, dall’ara vera e propria in cui si svolgevano i riti sacrificali.

E’ proprio la decorazione scultorea a costituire tratto caratterizzante dell’opera: nel recinto, sul fronte esterno dei lati lunghi, le raffigurazioni si snodano lungo due diversi registri senza avere alcun legame simbolico tra loro. Nella parte bassa vi è decorazione vegetale con girali d’acanto ed immagini animali  mentre nel fregio superiore si sviluppano scene figurate di processione, che occupano entrambe i lati lunghi  del perimetro: si tratta di scene in cui sono riconoscibili membri della famiglia imperiale ed altri volti noti della scena politica del tempo (come ad esempio Agrippa) e che hanno visto la critica scontrarsi sulle diverse interpretazioni e simbologie: in effetti le scene potrebbero ritrarre il ritorno dalle imprese militari di Augusto o il momento di festeggiamento ufficiale per il riconoscimento pubblico delle vittoriose campagne da lui svolte.

Certo è che numerosi sono i richiami allusivi alla prosperità ed al potere imperiale, riproposti simbolicamente in diverse immagini: è proprio questo il punto focale attorno a cui ruota l’attenzione rivolta al capolavoro.

Lungo i lati brevi invece, vi sono le raffigurazioni  del Lupercale, di Enea ed i Penati, di Tellus e di Roma in veste allegorica: elementi mitologici e simbolismo sono dunque i tratti predominanti. Mentre l’Ara vera e propria, a cui si accede da una imponente scalinata è la parte meno decorata, probabilmente proprio per non offuscarne l’intensità di significato che la ricopre.

L’opera di per se non è eccellente a parità di altri capolavori architettonici ma è la sua decorazione ammirevole a fare la differenza con un tratto raffinato che rasenta la perfezione, di un’inconfondibile origine ellenistica. Soggetti mitici e storici convivono in un unico impianto in cui c’è certamente scarsa attenzione per la logica strutturale ma in cui l’abilità artistica riesce ancora una volta a dominare le imprecisioni di significato.

Questo è  indubbiamente il risultato di un’arte ufficiale in cui vige la freddezza e la programmaticità, dove c’è stacco e scarsa armonia tra le scene (e tra lo stesso recinto e l’ara custodita al suo interno): l’ufficiosità è riconoscibile anche dalle figure che con gesti e pose convenzionali dominano i registri laterali del recinto, quasi saturi di personaggi che sembrano superare il confine architettonico fino a “sporgere” dall’opera. Ci troviamo dunque davanti ad un apprezzabilissimo contrasto  tra rigore ed abilità di chiaro richiamo ellenico.

Di fronte a tale complessità artistica e, dal bisogno di risolvere problemi architettonici cosi come minacce ambientali ormai incompatibili con la realtà’ urbana di Roma, nasce il progetto sponsorizzato da Banca di Roma, Monte dei Paschi di Siena e Banca Nazionale del Lavoro ed affidato a Richard Meier per riportare l’Ara Pacis al suo originario splendore in uno contesto adeguato ed al contempo innovativo: L’architetto, particolarmente abile nella cura e nel trattamento della luce, anche stavolta ha dimostrato la sua professionalità cercando di ricreare un microambiente adatto  in cui sottoporre l’opera ad una condizione climatica costante, provvedendo anche ad affrontare la difficile complicanza inquinante del traffico e del rumore.

 Nella scelta dei materiali che riflettono i canoni  estetici preferiti dallo stesso Meier,  vi sono soprattutto travertino, stucco, vetro ed acciaio: questi, così come il progetto, sfruttano al massimo le difficili condizioni del sito, cercando di trasformarle in componenti utili;

L’intero progetto consta di un'ampia piazza sopraelevata, a livello del Lungotevere su cui è situata l'entrata al museo, caratterizzata da un volume supplementare che ospita un vestibolo, il foyer del museo, il servizio di vendita ed un ulteriore spazio espositivo concepito come galleria introduttiva.
 Interessante è la concezione di molteplici spazi al livello sotterraneo da poter utilizzare come biblioteca e ambienti polifunzionali: i lavori principali si sono da poco conclusi permettendo già dal 21 aprile scorso l’apertura al pubblico dell’Ara Pacis  nella sua rinnovata e restaurata veste di simbolo dell’epoca augustea, mentre bisognerà attendere ancora qualche mese per poter ammirare il completamento della struttura,  affidata nelle mani di un grande esponente contemporaneo ed, in quanto tale molto criticato, ma che ha dimostrato di essere in grado di far convivere - con gusto - passato e presente.

 Irene Di Biagio


Info utili:

Apertura: dal 21.IV.2006

Indirizzo: Roma, Lungotevere in Augusta

Info06-68806848

 

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