Per il debutto del '31, c'è Felice Carena con la sua "Finestra" del '30, che con pennellate inzuppate di colore trasformava radicalmente il tema della modella, Carlo Carrà nella sua fase alla Valori Plastici, con "Sentiero di campagna" del '29 e la "Casa abbandonata" del '30, opere che all'epoca furono le più commentate nel bene e nel male, per quella loro primitiva descrizione della natura che fagocitava solitudini e ricordi, Felice Castrati con "Mia madre" del '30, composto e spirituale ritratto dell'anziana donna assorta, Arturo Martini con la sua strepitosa "Maternità" del '30, monumentale scultura lignea che condensa tutto il significato di essere madre, Giacomo Balla e "La seggiola dell'uomo strano" del '29, in bilico tra scalpiti figurativi e licenze futuriste, Antonio Donghi e le sue "Donne per le scale" che nell'apparente quotidianità della scena, evocano una dimensione "realmente magica", Mario Sironi con la seducente "Donna dal fiore" bella e ambigua, e Medardo Rosso, che nel '31 era già morto da tre anni, ma Lady Q lo celebrò con la "Conversazione in giardino" che sembra scolpire in bronzo i quadri di Caillebotte.
Poi, macinando i metri che separano un'ala della Galleria dall'altra, ecco il 1948, segnato dall'esordio dell'astrattismo made in Italy, quello di Alberto Magnelli, Giulio Turcato, Piero Dorazio, Pietro Consagra, quando veniva lanciato il gruppo di Forma 1, dagli intenti rivoluzionari, accanto, però, alla "Fiumicino" rischiarata dalla luce del lampione di Mario Mafai, della bizzosa natura morta di Renato Guttuso, della "Cassandra" di Trampolini figlia di un'indole cubista, come "Il tavolino verde" di Gino Severini. Meno male che ci sono loro, che danno temperamento, prestigio ed eleganza a questa signora esposizione.
Tutto il resto è noia e caos. Soprattutto caos. Quasi anarchia. Perché se le due precedenti rassegne targate Sud e Nord, nella pur delirante ghettizzazione tra artisti meridionali e settentrionali, almeno inquadravano il percorso in una realtà geografica, l'edizione capitolina spicca, invece, per totale assenza di linee guida, per la profusione a dismisura di realtà creative che fanno ribollire una contemporaneità italiana caotica e dispersiva, dove i momenti importanti come il suggestivo "Regno dei fiori" di Nicola De Maria - insignito col "gran premio" - le videoinstallazioni "Trittico della violenza" di Fabrizio Plessi, "On the Air" di Lara Favaretto e "Apollo" di Grazia Toderi, o l'intrigante "Stanza degli specchi" di Francesco Vezzoli, si perdono in un roboante spettacolo da fanfara. Il tutto, anche un po' giustificato dal titolo "Fuori tema" che delinea la sezione-cuore di questa Quadriennale, dove la selezione delle cento opere degli artisti è stata curata dalla commissione di critici composta da Luciano Caramel, Valerio Dehò, Giacinto Di Pietrantonio, il giovanissimo Marco Tonelli e Giorgio Verzotti.
Marco Cingolani
Nietzsche, Basta!, 2004
Come dar loro torto se, come scrive lo
stesso Gino Agnese, il "fuori tema" serve a
giustificare la presentazione di cento temi:
"per esprimere la voglia comune a tanti
artisti d'essere soltanto essi stessi i
propri autori. Insomma, il diffuso desiderio
di sottrarsi, per quello che è possibile,
all'insidia indicativa che così spesso
raggiunge i loro studi e prelude alle
esposizioni così frequentemente". Dunque,
regna sovrano il caos. E Michelangelo
Pistoletto spreca il suo ingegno a disegnare
sulla sabbia "il nuovo segno dell'infinito"
come una pista da biglie e Mimmo Rotella -
fregiato col premio alla carriera - sforna
un décollage tutto dedicato alla bella
Penelope Cruz, molto glamour ma estenuato
dall'effetto deja-vu.
Per non parlare della piccola guarnigione di
undici stranieri in casa, personalità che
vivono e lavorano all'estero, ma amano
questo paese, e che sfilano nella sezione "Italian
Feeling", curata da Luca Massimo Barbero. Un
crogiuolo di creature, dove il portento
genialoide di Tony Ousler condensato nelle
strambe videoproiezioni si riconferma nel
suo "Blown", dove l'americana Nan Goldin
regala le sue spudorate glam-photo. Chissà
quale sarà il feeling del tedesco Tobias
Rehberger dopo che la sua opera "Modell" è
stata danneggiata durante l'affollata
inaugurazione di Lady Q. Troppo bassa e
rasoterra, la sua struttura circolare in
legno e tecnica mista, per essere vista in
tempo ed evitata dai piedi dei passanti.
Approfondimenti...
..sulle tre le sezioni in cui si articola la
XIV Quadriennale:
"Fuori tema" è il cuore della mostra, con i lavori
di 101 artisti appartenenti a diverse
generazioni che offrono uno spaccato della
realtà artistica italiana. Una commissione
di critici d'arte composta da Luciano
Caramel, Valerio Dehò, Giacinto Di
Pietrantonio, Marco Tonelli e Giorgio
Verzotti ha curato la selezione degli
artisti, mentre il titolo scelto, "Fuori
tema", è un "segnale di libertà", ha
spiegato il Presidente Gino Agnese, in
quanto indica la volontà di far uscire le
opere e gli artisti da quella sorta di
"prigione" costituita da una traccia
tematica o una tendenza che, di solito,
legano i lavori presentati in una mostra.
Non un tema, dunque, ma 101 temi diversi
affrontati da artisti come Accardi, Alviani,
Cucchi, De Maria, Mochetti, Ontani,
Paladino, Fabro, Paolini, Pistoletto,
Plessi, Rotella, Spalletti, Zorio e ancora
Airò, Arienti, Favaretto, Cossyro, Perone,
Pessoli, Pivi, Simeti, Toderi, Vedovamazzei.
Differenti temi, differenti tecniche e
differenti linguaggi per comporre un mosaico
dell'arte contemporanea in Italia: dal
Trittico mascherata mirata (stampa
fotografica lenticolare) di Luigi Ontani
all'omaggio a Vermeer di Antonella Mazzoni;
dal décollage Penelope classica di Mimmo
Rotella alla videoinstallazione di ARIS,
Mito Aris Sandra e Silvia Barbieri; da Il
nuovo segno di infinito (sabbia e acciaio)
di Michengelo Pistoletto alle immagini
costruite con l'inchiostro di un timbro da
Federico Pietrella; dalla videoinstallazione
di Fabrizio Plessi, Il trittico della
violenza, a Via Nomentana (olio su tela) di
Alessandra Giovannoni, e ancora da Viaggio.
Echi dal fondo (fusione in bronzo e disegno
sul muro) di Michele Cossyro alle fotografie
dalla serie Dormi sonni tranquilli? di Paola
De Pietri.
La sezione "Italian Feeling", ospitata nella
Sala delle Colonne, presenta i lavori di
undici artisti stranieri di fama mondiale
"innamorati" dell'Italia: si tratta di Franz
Ackermann, Arthur Duff, Eric Fischl, Caio
Fonseca, Nan Goldin, Jacob Hashimoto, Anselm
Kiefer, Jason Martin, Kenneth Noland, Tony
Oursler, Tobias Rehberger, selezionati da
Luca Massimo Barbero. Si tratta di una
scelta emblematica di opere, alcune
realizzate appositamente per la
Quadriennale, rappresentative di diversi
linguaggi estetici, in modo da offrire un
quadro dell'arte contemporanea
internazionale mostrando tangenze o
differenze rispetto alla produzione
italiana: da Water Block 4.0 di Jacob
Hashimoto (poliuretano ad alta densità
verniciato) alla tela lavorata con olio,
emulsione, acrilico, piombo di Anselm Kiefer,
da Olympia (olio su alluminio) di Jason
Martin all'installazione Blown (MP#429) di
Tony Oursler.
La sezione, dedicata ad artisti stranieri,
rappresenta una novità per la Quadriennale,
che ha come scopo "istituzionale" quello di
offrire un panorama dell'arte contemporanea
italiana, anche se, nell'era della
globalizzazione, costituisce un'accattivante
occasione di incontro e confronto.
La terza sezione propone due "Retrospettive"
dedicate a due storiche Quadriennali: la
prima edizione del 1931 e la prima del
dopoguerra (ma quinta in ordine cronologico)
del 1948; quest'ultima fu ospitata,
eccezionalmente, proprio nella Galleria
Nazionale d'Arte Moderna. Si tratta di due
retrospettive sintetiche, con ventisei opere
per la Quadriennale del 1931, selezionate da
Carlo Fabrizio Carli, Pier Giovanni
Castagnoli, Maria Vittoria Marini Clarelli,
Elena Pontiggia, e diciotto opere per la
Quadriennale del 1948, scelte da Enrico
Crispolti, Luigi Paolo Finizio, Maria
Vittoria Marini Clarelli. I lavori sono da
ricercare nelle sale in cui è esposta la
collezione permanente della GNAM, in quanto
acquisite dal museo romano proprio all'epoca
delle due Quadriennali. Tra gli artisti
rappresentativi dell'esposizione del 1931
figurano Balla, Martini, Medardo Rosso,
Dottori, Thayat, Wildt, Sironi, Carrà,
Donghi, Casorati, Tosi, Ferrazzi, Carena,
Morandi, Soffici, Spadini, Scipione. Per
rievocare la Quadriennale del 1948 sono
presentate opere di Severini, Dorazio,
Magnelli, Turcato, Conte, Pizzinato,
Consagra, Viani, Greco, Mafai, Guttuso,
Prampolini, Afro, Scarpitta, Cagli, Moreni,
Leoncillo e Marini.