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fino al 31.5.2005
XIV Quadriennale di Roma
Roma, Galleria d'Arte Moderna

Dopo le tappe di Napoli e Torino, ha aperto a Roma la Quadriennale d'arte contemporanea. Cento artisti italiani e undici stranieri famosi. Ma a convincere sono solo le due retrospettive storiche..


Alla sua quattordicesima e sospirata edizione, la Quadriennale di Roma si apre all'insegna di un paradosso temporale. Per lanciare il presente e, magari, uno scorcio di futuro, va a ripescare il passato. Per galvanizzare il suo ritorno nella capitale, ospite della Galleria nazionale di Valle Giulia, alla conclusione di un tour promozionale tra Napoli e Torino, Lady Q, guidata dal suo presidente Gino Agnese e dalla schiera affollata di curatori, mette in scena grappoli di artisti italiani attivissimi - chi molto noto e chi poco, chi meno giovane e chi imberbe - raccoglie un gruppetto di rinomati artisti stranieri col pallino per l'Italia, per poi sconfinare in due retrospettive d'antan, a recuperare opere e protagonisti degli anni Trenta e Quaranta, riesumando la primissima edizione del '31 e la quinta, del '48, quella che eccezionalmente si tenne alla Galleria nazionale. E per fortuna. Per fortuna che c'è il passato recuperato attraverso questi precisi e raffinati saggi di archeologia espositiva, che rimettono uno accanto all'altro in un revival da applauso tutti i grandi di un'epoca. Passata, appunto.

Per il debutto del '31, c'è Felice Carena con la sua "Finestra" del '30, che con pennellate inzuppate di colore trasformava radicalmente il tema della modella, Carlo Carrà nella sua fase alla Valori Plastici, con "Sentiero di campagna" del '29 e la "Casa abbandonata" del '30, opere che all'epoca furono le più commentate nel bene e nel male, per quella loro primitiva descrizione della natura che fagocitava solitudini e ricordi, Felice Castrati con "Mia madre" del '30, composto e spirituale ritratto dell'anziana donna assorta, Arturo Martini con la sua strepitosa "Maternità" del '30, monumentale scultura lignea che condensa tutto il significato di essere madre, Giacomo Balla e "La seggiola dell'uomo strano" del '29, in bilico tra scalpiti figurativi e licenze futuriste, Antonio Donghi e le sue "Donne per le scale" che nell'apparente quotidianità della scena, evocano una dimensione "realmente magica", Mario Sironi con la seducente "Donna dal fiore" bella e ambigua, e Medardo Rosso, che nel '31 era già morto da tre anni, ma Lady Q lo celebrò con la "Conversazione in giardino" che sembra scolpire in bronzo i quadri di Caillebotte.

Poi, macinando i metri che separano un'ala della Galleria dall'altra, ecco il 1948, segnato dall'esordio dell'astrattismo made in Italy, quello di Alberto Magnelli, Giulio Turcato, Piero Dorazio, Pietro Consagra, quando veniva lanciato il gruppo di Forma 1, dagli intenti rivoluzionari, accanto, però, alla "Fiumicino" rischiarata dalla luce del lampione di Mario Mafai, della bizzosa natura morta di Renato Guttuso, della "Cassandra" di Trampolini figlia di un'indole cubista, come "Il tavolino verde" di Gino Severini. Meno male che ci sono loro, che danno temperamento, prestigio ed eleganza a questa signora esposizione.

Tutto il resto è noia e caos. Soprattutto caos. Quasi anarchia. Perché se le due precedenti rassegne targate Sud e Nord, nella pur delirante ghettizzazione tra artisti meridionali e settentrionali, almeno inquadravano il percorso in una realtà geografica, l'edizione capitolina spicca, invece, per totale assenza di linee guida, per la profusione a dismisura di realtà creative che fanno ribollire una contemporaneità italiana caotica e dispersiva, dove i momenti importanti come il suggestivo "Regno dei fiori" di Nicola De Maria - insignito col "gran premio" - le videoinstallazioni "Trittico della violenza" di Fabrizio Plessi, "On the Air" di Lara Favaretto e "Apollo" di Grazia Toderi, o l'intrigante "Stanza degli specchi" di Francesco Vezzoli, si perdono in un roboante spettacolo da fanfara. Il tutto, anche un po' giustificato dal titolo "Fuori tema" che delinea la sezione-cuore di questa Quadriennale, dove la selezione delle cento opere degli artisti è stata curata dalla commissione di critici composta da Luciano Caramel, Valerio Dehò, Giacinto Di Pietrantonio, il giovanissimo Marco Tonelli e Giorgio Verzotti.
 

Marco Cingolani
Nietzsche, Basta!, 2004


Come dar loro torto se, come scrive lo stesso Gino Agnese, il "fuori tema" serve a giustificare la presentazione di cento temi: "per esprimere la voglia comune a tanti artisti d'essere soltanto essi stessi i propri autori. Insomma, il diffuso desiderio di sottrarsi, per quello che è possibile, all'insidia indicativa che così spesso raggiunge i loro studi e prelude alle esposizioni così frequentemente". Dunque, regna sovrano il caos. E Michelangelo Pistoletto spreca il suo ingegno a disegnare sulla sabbia "il nuovo segno dell'infinito" come una pista da biglie e Mimmo Rotella - fregiato col premio alla carriera - sforna un décollage tutto dedicato alla bella Penelope Cruz, molto glamour ma estenuato dall'effetto deja-vu.

Per non parlare della piccola guarnigione di undici stranieri in casa, personalità che vivono e lavorano all'estero, ma amano questo paese, e che sfilano nella sezione "Italian Feeling", curata da Luca Massimo Barbero. Un crogiuolo di creature, dove il portento genialoide di Tony Ousler condensato nelle strambe videoproiezioni si riconferma nel suo "Blown", dove l'americana Nan Goldin regala le sue spudorate glam-photo. Chissà quale sarà il feeling del tedesco Tobias Rehberger dopo che la sua opera "Modell" è stata danneggiata durante l'affollata inaugurazione di Lady Q. Troppo bassa e rasoterra, la sua struttura circolare in legno e tecnica mista, per essere vista in tempo ed evitata dai piedi dei passanti.

Approfondimenti...

..sulle tre le sezioni in cui si articola la XIV Quadriennale:

 "Fuori tema" è il cuore della mostra, con i lavori di 101 artisti appartenenti a diverse generazioni che offrono uno spaccato della realtà artistica italiana. Una commissione di critici d'arte composta da Luciano Caramel, Valerio Dehò, Giacinto Di Pietrantonio, Marco Tonelli e Giorgio Verzotti ha curato la selezione degli artisti, mentre il titolo scelto, "Fuori tema", è un "segnale di libertà", ha spiegato il Presidente Gino Agnese, in quanto indica la volontà di far uscire le opere e gli artisti da quella sorta di "prigione" costituita da una traccia tematica o una tendenza che, di solito, legano i lavori presentati in una mostra. Non un tema, dunque, ma 101 temi diversi affrontati da artisti come Accardi, Alviani, Cucchi, De Maria, Mochetti, Ontani, Paladino, Fabro, Paolini, Pistoletto, Plessi, Rotella, Spalletti, Zorio e ancora Airò, Arienti, Favaretto, Cossyro, Perone, Pessoli, Pivi, Simeti, Toderi, Vedovamazzei.
Differenti temi, differenti tecniche e differenti linguaggi per comporre un mosaico dell'arte contemporanea in Italia: dal Trittico mascherata mirata (stampa fotografica lenticolare) di Luigi Ontani all'omaggio a Vermeer di Antonella Mazzoni; dal décollage Penelope classica di Mimmo Rotella alla videoinstallazione di ARIS, Mito Aris Sandra e Silvia Barbieri; da Il nuovo segno di infinito (sabbia e acciaio) di Michengelo Pistoletto alle immagini costruite con l'inchiostro di un timbro da Federico Pietrella; dalla videoinstallazione di Fabrizio Plessi, Il trittico della violenza, a Via Nomentana (olio su tela) di Alessandra Giovannoni, e ancora da Viaggio. Echi dal fondo (fusione in bronzo e disegno sul muro) di Michele Cossyro alle fotografie dalla serie Dormi sonni tranquilli? di Paola De Pietri.

La sezione "Italian Feeling", ospitata nella Sala delle Colonne, presenta i lavori di undici artisti stranieri di fama mondiale "innamorati" dell'Italia: si tratta di Franz Ackermann, Arthur Duff, Eric Fischl, Caio Fonseca, Nan Goldin, Jacob Hashimoto, Anselm Kiefer, Jason Martin, Kenneth Noland, Tony Oursler, Tobias Rehberger, selezionati da Luca Massimo Barbero. Si tratta di una scelta emblematica di opere, alcune realizzate appositamente per la Quadriennale, rappresentative di diversi linguaggi estetici, in modo da offrire un quadro dell'arte contemporanea internazionale mostrando tangenze o differenze rispetto alla produzione italiana: da Water Block 4.0 di Jacob Hashimoto (poliuretano ad alta densità verniciato) alla tela lavorata con olio, emulsione, acrilico, piombo di Anselm Kiefer, da Olympia (olio su alluminio) di Jason Martin all'installazione Blown (MP#429) di Tony Oursler.
La sezione, dedicata ad artisti stranieri, rappresenta una novità per la Quadriennale, che ha come scopo "istituzionale" quello di offrire un panorama dell'arte contemporanea italiana, anche se, nell'era della globalizzazione, costituisce un'accattivante occasione di incontro e confronto.

La terza sezione propone due "Retrospettive" dedicate a due storiche Quadriennali: la prima edizione del 1931 e la prima del dopoguerra (ma quinta in ordine cronologico) del 1948; quest'ultima fu ospitata, eccezionalmente, proprio nella Galleria Nazionale d'Arte Moderna. Si tratta di due retrospettive sintetiche, con ventisei opere per la Quadriennale del 1931, selezionate da Carlo Fabrizio Carli, Pier Giovanni Castagnoli, Maria Vittoria Marini Clarelli, Elena Pontiggia, e diciotto opere per la Quadriennale del 1948, scelte da Enrico Crispolti, Luigi Paolo Finizio, Maria Vittoria Marini Clarelli. I lavori sono da ricercare nelle sale in cui è esposta la collezione permanente della GNAM, in quanto acquisite dal museo romano proprio all'epoca delle due Quadriennali. Tra gli artisti rappresentativi dell'esposizione del 1931 figurano Balla, Martini, Medardo Rosso, Dottori, Thayat, Wildt, Sironi, Carrà, Donghi, Casorati, Tosi, Ferrazzi, Carena, Morandi, Soffici, Spadini, Scipione. Per rievocare la Quadriennale del 1948 sono presentate opere di Severini, Dorazio, Magnelli, Turcato, Conte, Pizzinato, Consagra, Viani, Greco, Mafai, Guttuso, Prampolini, Afro, Scarpitta, Cagli, Moreni, Leoncillo e Marini
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Dal 9 marzo al 31 maggio 2005. Galleria Nazionale d'Arte Moderna, viale delle Belle Arti, 131. Roma
Orario: 8.30-19.30. Ingresso consentito fino alle ore 18.45; Lunedì chiuso
Biglietto: Intero € 8,00; Ridotto € 6,50 (il biglietto d'ingresso consente la visita della mostra XIV Quadriennale e della collezione permanente della Gnam).
Visite guidate su prenotazione: Tel. 333.1563998.
Informazioni: Gnam, 06-32298221; La Quadriennale, 069774531.
Catalogo: Electa

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