Artisti

CentoPittori Genere Eventi Mostre Movimenti Recensioni

 


 

fino al 19.06.2005
Canaletto

Roma, Senato della Repubblica, Palazzo Giustiniani

 

Canaletto. Il trionfo della veduta. Senato della Repubblica, Palazzo Giustiniani - Via dei Giustiniani 11 Roma 

Dal 12 marzo al 19 giugno 2005 ...


.. Antonio Canal detto Canaletto (1697-1768) rappresenta un caso eccezionale nella cultura figurativa del Settecento.
Il suo genio pittorico profondamente radicato nella tradizione veneziana eleva il vedutismo a una corrente di gusto rappresentativa dell'illuminismo europeo, rivale e concorrente di successo della pittura di storia e di figura che, fino al suo arrivo, domina il panorama pittorico italiano.
L'idea della mostra - un'accurata scelta delle opere più significative, una quarantina di dipinti e altrettanti disegni, qualche album di stampe e di disegni - è quella di presentare e approfondire gli aspetti più interessanti dello svolgimento dello stile e del gusto di Canaletto, come del collezionismo delle opere dell'artista, nel periodo centrale della sua attività, con una particolare attenzione al rapporto con Roma.

38 dipinti e 36 disegni del vedutista veneziano del '700 Antonio Canal. Opere provenienti dai maggiori musei del mondo, e alcune delle quali mai esposte in Italia, che si riferiscono al periodo centrale dell'attività dell'artista e al suo rapporto con Roma. Una grande antologica, ideale prosecuzione della mostra Canaletto prima maniera del 2001 a Venezia.

Approfondimenti..

E' dedicata alla memoria del Prof. Alessandro Bettagno, lo studioso scomparso lo scorso ottobre cui era stato affidato il progetto scientifico della mostra, "Canaletto. Il trionfo della veduta", ospitata a Palazzo Giustiniani - sede del Presidente del Senato - dal 12 marzo al 19 giugno 2005.
Promossa dal Senato della Repubblica, con il sostegno della Compagnia di San Paolo e della Fondazione di Venezia, l'esposizione apre di nuovo al pubblico lo storico palazzo romano dopo la grande mostra "Caravaggio e i Giustiniani", qui ospitata nel 2001.
Curata da Bozena Anna Kowalczyk, collaboratrice di Bettagno, la mostra presenta 31 dipinti e 33 disegni di Giovanni Antonio Canal, detto Canaletto (1697-1768), affiancati da opere dei suoi allievi e seguaci Bernardo Bellotto, Michele Marieschi e Francesco Guardi.
Tra le opere di Canaletto in mostra, 12 dipinti provengono da collezioni private, in particolare inglesi, mentre gli altri capolavori sono prestati da gallerie e musei internazionali, tra cui la National Gallery di Washington, il Nelson-Atkins Museum of Art di Kansas City, l'Art Gallery of New South Wales di Sydney, il Musée des Beaux Arts di Montreal, la National Gallery of Canada di Ottawa, il Louvre di Parigi, la National Gallery of Scotland di Edimburgo, la National Gallery di Londra, la Royal Collection, la Gemaldegalerie Alte Meister di Dresda.
La scelta di Roma come luogo espositivo della mostra ha una sua ragione: proprio qui infatti, come ha spiegato la Kowalczyk, ebbe origine lo spirito europeo del vedutismo canalettiano, che costituisce l'idea guida della rassegna. La città eterna fu visitata da Canaletto insieme al padre scenografo tra il 1718 e il 1720 e costituì una tappa fondamentale per la formazione dell'artista, che dopo il soggiorno romano decise di lasciare il teatro per dedicarsi totalmente alla pittura: lo dimostrano i due "capricci" con rovine romane che aprono il percorso espositivo, due dipinti di oltre tre metri di larghezza realizzati nel 1723 al ritorno da Roma.
Dal momento che alla prima maniera di Canaletto è già stata dedicata una mostra a Venezia nel 2001, curata dagli stessi Bettagno e Kowalczyk, l'esposizione di Palazzo Giustiniani si concentra sulla piena maturità dell'artista, cioè il ventennio precedente la partenza per Londra nel 1746, all'apice del successo: è possibile così seguire il passaggio dalla pittura barocca del "Canaletto veneziano" al vedutismo di spirito illuminista e di gusto internazionale, con quel "tocco di poesia", spiega la Kowalczyk, che riesce comunque a rendere non "topografica" la veduta: i dipinti di Canaletto, prosegue la curatrice, danno l'illusione della verità topografica, ma in realtà sono costruzioni intellettuali, "vedute" come le voleva vedere l'artista in quel preciso momento della sua carriera.
Dai dipinti caratterizzati da un cromatismo drammatico e contrastato, intorno alla metà degli anni Venti il pittore passa gradualmente ad una luminosità diffusa e ad una cura dei particolari sempre più rigorosa, con l'inserto di numerosi brani di vita quotidiana, come mostrano la veduta del Campo Santi Giovanni e Paolo, della Gemaldegalerie di Dresda, o Il Doge visita la chiesa e la Scuola di San Rocco, della National Gallery di Londra, che rappresenta la cerimonia ripetuta ogni anno il 16 agosto dalle massime autorità veneziane a ricordo della fine della peste del 1576.


Notevole il successo riscosso da Canaletto presso i collezionisti stranieri, in particolare inglesi, tra cui il console inglese Joseph Smith, il duca di Leeds Thomas Osborne, il conte di Carlisle Henry Howard, il duca di Northumberland Hugh Smithson, che costituiranno un solido ponte per il trasferimento del pittore in Inghilterra, dove soggiorna (a parte due brevi rientri in patria) tra il 1746 e il 1755.

Appartenevano a Henry Howard le vedute provenienti dalla National Gallery of Art di Washington, raffiguranti Piazza San Marco verso sud-est, con la Basilica e il Palazzo Ducale, e l'Ingresso al Canal Grande dal lato occidentale del molo, mirabili esempi della produzione matura del pittore.
In alcuni casi la mostra riunisce pendant oggi conservati in musei e collezioni diverse, come Venezia: Piazza San Marco verso nord, con la Torre dell'Orologio (Kansas City) e Venezia: ingresso al Canal Grande con la Dogana e la Basilica della Salute (Milano, FAI), Palazzo Ducale con la Scala dei Giganti (collezione privata) e l'Interno della Basilica di San Marco (Montreal, Musée des Beaux Arts), mentre il Canal Grande verso est dal campo San Vio, da Edimburgo, viene presentato per la prima volta con l'attribuzione all'artista.


Tra le opere dei contemporanei e seguaci, la Veduta del Foro romano della National Gallery of Victoria di Melbourne, ora attribuita a Bellotto, era considerata opera di Canaletto, al pari della Veduta del Bacino di San Marco di Michiele Marieschi della collezione di Lord Malmesbury, mai esposta al pubblico; Campo Santi Giovanni e Paolo di Francesco Guardi è stato invece scelto per l'impostazione canalettiana della composizione.
All'interno del percorso alcune sezioni sono dedicate ai disegni di Canaletto, abbozzi documentari o schizzi preparatori (compresi i fogli portati da Roma), un vasto repertorio utilizzato dall'artista nell'arco di tutta la sua carriera.
Completano la mostra due album: la raccolta delle prime impressioni delle acqueforti di Canaletto, prestato dal Kupferstichkabinett di Berlino, e i disegni di Antonio Visentini ripresi da opere di Canaletto, preparatori per le incisioni del Prospectus Magni Canalis Venetiarum che costituì un fondamentale strumento di divulgazione delle vedute del maestro veneziano.


 


Canaletto. Il trionfo della veduta                 

Senato della Repubblica . Palazzo Giustiniani
Via dei Giustiniani 11 Roma
Dal 12 marzo al 19 giugno 2005

Orario Mostra:
Tutti i giorni dalla Domenica al Mercoledì dalle 9.30 alle 19.30
( ultimo ingresso alle 18.30 )
Dal Giovedì al Sabato dalle 9.30 alle 21.00
( ultimo ingresso alle 20.00 )

La mostra rimarra' aperta anche nei giorni:
28 marzo, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno

Designed by Tito Livio Mancusi© 2003- 2004 Romart.it,  All rights reserved.